San Marino. PENSIERI IN LIBERTÀ. IL FUTURO DELLE DONNE … di Elisabetta Righi Iwanejko

Elisabetta Righi IwanejkoCome sarà il futuro delle donne? Difficile come il presente. Forse. Dipende solo da noi. Il duemila promette mutamenti epocali, gli analisti non mostrano un grande ottimismo per i prossimi dieci anni. Io vado controcorrente. Perchè credo che le donne vivranno meglio degli uomini i cambiamenti che si preparano. E proprio le donne saranno in parte il motore di questa trasformazione. Nelle aziende si va verso forme nuove di impiego ( il telelavoro, il lavoro in affitto, il lavoro alternato, il part time) che le donne son state pronte ad accogliere per conciliare la ragione e il cuore, la carriera e la famiglia.

La società sta lentamente modificando i suoi ritmi ( con nuovi orari per i negozi e negli uffici pubblici, e nelle aziende lungimiranti, per esempio) proprio perchè le donne possano organizzare meglio il proprio tempo e far fruire una giornata come se avesse più di 24 ore. Certo, non c’è solo il lavoro. C’è la necessità di farsi spazio, di essere valorizzate, di esprimere intelligenza e creatività, c’è la voglia di avere tutto. Ecco la vera grande ambizione delle donne, quella di non rinunciare a niente, nè alla famiglia, nè ai figli, nè al lato frivolo della vita. Ecco la sfida da vincere nei prossimi anni: non essere solo una massa, ma una lobby, un movimento di opinione che pesa nelle scelte importanti, che crede nelle proprie battaglie, che crea modelli nuovi e non si adatta a quelli elaborati dagli uomini.

Ce la faremo? ma sì che ce la faremo. Truman Capote ha detto una volta:”Se chiedete l’impossibile a un uomo, vi dirà di no. Se lo chiedete a una donna, vi risponderà sorridendo: tutto qui?”

Allora che fare, dunque, per promuovere quella che è la modesta ambizione delle donne in tutto il mondo:”far valere i propri valori?” Difficile avere certezze: la storia insegna che non si può essere fanatiche perchè si rischia l’emarginazione, non si può essere separatiste perchè si rischia l’auto-emarginazione, errore essere anche troppo arrendevoli perchè nell’arte della mediazione altri sono maestri. Cosa resta? UN PRAGMATISMO VIGILE.

La prima Segretario di Stato americana, Madeleine Albright, ha una ricetta semplice:” Ho sempre insegnato alle donne ad intromettersi, ad interrompere, a non aspettare troppo a far conoscere la propria opinione”. Morale: coraggio, pazienza, coscienza di sè (virtù storiche).

Penso che l’arma vincente nell’emancipazione di ogni forma di lavoro e quindi anche del lavoro femminile, sia la professionalità, l’alto grado di preparazione, il livello qualificato di competenza.

Forti della solida consapevolezza della propria preparazione, le donne possono affrontare la competizione senza nessuna preoccupazione nei confronti dei loro colleghi di sesso maschile: ed è importante che, con tale consapevolezza si affronti qualsiasi iter professionale superando il vincolo delle carriere in qualche modo “obbligate” che il sistema produttivo spesso riserva alle donne considerandole più tipicamente “femminili”.

Del resto mi pare che nelle aziende private ogni forma di discriminazione vada progressivamente scomparendo. Resta, peraltro, una capacità di gestione dei rapporti umani che vede le donne più dotate degli uomini. E in una fase di trasformazione dell’organizzazione aziendale in cui l’attenzione alle risorse umane va acquistando grande importanza e si diffonde la gestione “per processi”, sicuramente più flessibile e meno schematica della tradizionale gestione “per funzioni”, talune peculiarità femminili già adesso- e sempre più accadrà nel futuro-si manifestano come reale “valore aggiunto” nel processo produttivo.

La donna è la vera ricchezza della società civile ed economica, ma si fa ancora tanta fatica a riconoscere un dato così evidente e significativo. In noi si coniugano senso del dovere, profusione di impegno nel lavoro e nella famiglia, scarsa simpatia verso la corsa al potere, ottimizzazione di tempo e risorse. Ma anche ostinazione, risolutezza, audacia, temperamento, spirito d’avventura. Le finalità che noi donne abbiamo sempre perseguito e che hanno sempre caratterizzato le nostre diverse iniziative, sono state quelle di impegnarci per migliorare la società in cui viviamo, incentivando la nostra fiducia nella nostra forza.

Elisabetta Righi Iwanejko