Su questo governo le aspettative erano e sono molto alte. Tuttavia non ci si poteva di certo aspettare che il cambiamento sarebbe potuto arrivare in maniera repentina e in piena pandemia. Resta il fatto che le cose da fare sono tante ed è urgente procedere speditamente verso un cambiamento. Più che condivisibile allora il ragionamento del sammarinese Emilio Della Balda che in un post su facebook ha scritto ciò che solo un ingenuo non vede. “Il nostro metodo di legiferare è disastroso e neppure gli addetti ai lavori, politici, amministrativi, professionisti, riescono a capire una legge. Le leggi vengono periodicamente modificate e fanno riferimento ad articoli di altre leggi a sua volta modificate. I decreti intervengono sulle leggi e le leggi intervengono sui decreti. E’ una giungla. Siamo in confusione totale al punto che si fa una legge e poi qualcuno la deve interpretare e spiegare. Il guaio è che non ci rendiamo conto della assoluta urgenza di mettere fine a questo inconveniente che frena gli investimenti, mette in difficoltà la giustizia e l’amministrazione, non dà la certezza del diritto ai cittadini. Cambiare e migliorare è nell’interesse di tutti. Basterebbe adottare il moderno metodo legislativo dell’Unione Europea. E’ una riforma prioritaria che non costa. Anzi offre solo benefici, per cui sarebbe necessaria una iniziativa del governo con la collaborazione e la convergenza di tutti i gruppi consiliari.
Il cambiamento è possibile. Basta volerlo”. La riflessione ha forse preso le mosse dalla seduta consiliare di venerdì che ha esaminato i decreti portati in ratifica. In quella sede si è tornati a parlare del contributo di solidarietà sulle pensioni, tema che ha diviso la politica sammarinese e non solo. Bocciati gli emendamenti di Libera che aveva proposto aliquote più eque. “Vogliamo fare una proposta più equa – ha spiegato in Aula il consigliere di Libera Guerrino Zanotti – Quello di non tenere come unico parametro quello dell’importo della pensione. La pensione si colloca in una situazione familiare variegata. Ciascun titolare di pensione presenta una situazione familiare diversa per la presenza di minori, disabili, etc, rendendo non equa l’applicazione di una aliquota che tiene esclusivamente conto dell’ammontare della pensione. Sollecitiamo il Governo affinché si possa arrivare alla discussione delle modalità di applicazione anche su questioni come questa che riteniamo dare risultati più aderenti alla realtà dei pensionati”. Che il governo però non intende tornare sui propri passi lo ha spiegato il segretario alla Sanità Roberto Ciavatta: “Questo è uno di quegli articoli che nessuno è contento di presentare. Ovvio che si può discutere quanto vogliamo sulle percentuali. Non c’è una valutazione di tipo scientifico. C’è una trattativa. La percentuale introdotta come proposta dal Governo era ritenuta aggiuntiva a quelle già esistenti del 30 per cento per due mesi. Perché il 30 per cento è stato tolto ad altre categorie. I pensionati erano l’unico reddito che non aveva avuto forme di taglio, ritenevamo fosse necessario mettere tutti sullo stesso piano. Sapete qual è la differenza tra quello proposto in questo decreto e la proposta di Rf? Circa 1 euro al mese. Sono ritenute di solidarietà che abbiamo richiesto ad una parte che non era stata per nulla toccata. L’introito è di poco superiore a 1 milione e 200mila euro. Comprendo gli emendamenti di Libera, sono di buon senso ma difficilmente applicabili in una fase di questo tipo, bisogna tenere conto anche di un altro elemento, quello del tenore di vita magari risultando a reddito 0. Per rispondere a Rf: chi sarebbero i più colpiti? Tra gli anziani coloro che hanno pensioni molto alte”.
Repubblica Sm