Sta per concludersi la missione “Article 4” del Fondo Monetario Internazionale. Ai raggi X degli esperti di Washington i dati economici del Paese, gli interventi per la messa in sicurezza del sistema bancario e quelli sugli NPL, l’ingresso sui mercati internazionali e l’accensione del primo debito estero, la situazione generale alla luce di un anno e mezzo di pandemia.
San Marino avrà le carte in regola? Sul tavolo ci sono ancora le riforme: quelle in corso d’opera e quella ancora da fare. In primis la riforma pensionistica, che è pronta ormai da un pezzo, ma che continua a traccheggiare a causa di atteggiamenti contraddicenti: bisogna cambiare, ma quello non si tocca e l’altro neppure. La stessa politica, nonostante l’urgenza di sanare un disavanzo tra prestazioni e contributi che supera i 40 milioni annui, ha talvolta un approccio attendista.
In sala d’attesa: la riforma sull’IGR e quella sulla fiscalità. In particolare non è mai stato sciolto il dilemma sull’introduzione dell’IVA, verso la quale ci sono ancora diversi oppositori.
Non è in oggetto una riforma complessiva della PA. Dopo il flop della maxi riforma del 2011, si stanno preferendo percorsi settoriali, che affrontano e risolvono le criticità con interventi mirati. Altro discorso è quello dell’ISS, dove il Piano Sanitario appena approvato è prodromico anche all’Atto Organizzativo. Che dovrebbe arrivare in tempi brevi.
Ma è proprio dall’ISS che arriva un segnale davvero incoraggiante: è stato messo un freno alla spesa sanitaria. Per la prima volta ormai da molti anni, non ci dovrà essere un aumento del concorso dello Stato. Anzi, i numeri rivelano una tendenza al risparmio. Questo al netto delle enormi spese mediche e farmaceutiche per affrontare la pandemia.
Sarà un aspetto importante di valutazione nel prossimo assestamento di bilancio, che dovrà arrivare in Consiglio nella sessione di ottobre e, a dicembre, nella legge di previsione per il 2022. Su tutto, pesa il debito estero, che San Marino ha acceso per la prima volta con l’emissione di bond andati a ruba sul mercato internazionale. La qual cosa rivela sia un aspetto positivo: la considerazione che San Marino è stato capace di conquistare; sia un aspetto negativo, perché i tempi di restituzione sono assai ravvicinati e ancora non è stato indicato l’effettivo utilizzo di quelle risorse. Anche in questo senso, la relazione finale del FMI potrebbe portare lumi ad una conoscenza più puntuale della situazione.
Un capitolo assolutamente fondamentale è quello dello sviluppo, più precisamente: quale sviluppo si vuole per San Marino? Quello manifatturiero, commerciale, turistico, tecnologico, oppure green? Nel frattempo si registrano due direzioni che porteranno sicuramente beneficio sia all’economia, sia all’occupazione. La prima, indubbiamente, riguarda la costruzione del nuovo ospedale. L’avvio di un maxi cantiere, come quello previsto, porterà ossigeno non solo al settore edile, ma creerà un indotto enorme per altre attività produttive e di servizio.
C’è poi il nuovo PRG, che dovrebbe essere ormai alle sue fasi conclusive. Per sua natura, non si tratta solo di uno strumento urbanistico, ma dovrà prevedere una “visione” ben definita del futuro di San Marino sia per quanto riguarda il costruito, sia per settori come l’agricoltura, il comparto culturale, lo sport, il turismo, in maniera che attraverso queste linee si possa agire per lo sviluppo.
Ma se l’autunno politico sarà molto caldo, con tutta questa carne al fuoco, per i cittadini non sarà da meno, con il rischio sempre più pressante di un aumento dell’inflazione. Causa Covid, si stanno impennando i prezzi di tutte le materie prime: dai carburanti, al grano, al caffè. L’effetto a caduta sulla spesa giornaliera lo si sta già vedendo ogni volta che si fa il pieno alla macchina, ma anche quando si comprano pane e pasta.
La vera mannaia dei rincari è attesa però sulle bollette di luce e gas. E già su questo si stanno muovendo i primi incontri tecnici per valutare la situazione e tutte le sue conseguenze.
a/f