Sessantamila euro: è il costo della nuova cura contro l’epatite C, che colpisce un milione di italiani. Una cura innovativa che promette di eradicare il virus Hcv una volta per tutte con tre cicli di trattamento, ma dal costo proibitivo: circa 20mila euro l’uno. Si tratta del farmaco sofosbuvir, un antivirale inibitore dell’RNA polimerasi che agisce bloccando la replicazione del virus.
È stato messo a punto da una piccola casa farmaceutica del New Jersey, la Pharmasset, poi acquistata dal colosso californiano Gilead. Promosso a metà dicembre negli Stati Uniti dalla Food and Drug Administration e a metà gennaio dall’European Medicines Agency (Ema), l’analogo ente europeo, è ora in fase di approvazione da parte dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa), che ha promesso di arrivare al “via libera” entro giugno, ovvero i cento giorni previsti per legge, definendone prezzo e rimborsabilità.
Ma mentre il Belpaese aspetta, a San Marino il farmaco è già disponibile e diversi pazienti lo hanno già acquistato. La notizia ieri ha fatto il giro dei principali media italiani, sorpresi che una volta tanto il Titano sia più avanti dello Stivale. Nell’ospedale di Stato invece la notizia non ha creato alcun scompiglio. “San Marino svolge il ruolo di farmacia internazionale da molti anni – racconta con un pizzico d’orgoglio il direttore dell’Unita operativa complessa Mauro Chiaruzzi – e quotidianamente abbiamo tante richieste per molti prodotti che in Italia non si trovano più in commercio o che non sono ancora stati registrati dall’Aifa”.
Ciò non vuol dire che l’Iss metta in commercio farmaci sperimentali, anzi. “Non è una giungla come può essere invece comprare su internet – sottolinea il dirigente -. San Marino infatti si rifornisce attraverso due fornitori svizzeri di farmaci autorizzati e certificati dall’agenzia americana e da quella europea, che solitamente danno l’ok quasi in contemporanea alla commercializzazione di un prodotto”.
Chiaruzzi ricorda poi un caso diventato celebre: quello del Viagra. Anche allora il Titano lo mise in vendita molto prima dell’Italia ricevendo centinaia di richieste e finendo sui tg nazionali. Ma chi e come può comprare questi tipi di farmaci non commercializzati in Italia? “È necessario – spiega Chiaruzzi – presentarsi con una ricetta di uno specialista o di un medico italiano” e portarsi dietro i soldi. Per i farmaci più costosi come il Sovaldi o alcuni farmaci oncologici “diamo la possibilità di effettuare uno o più bonifici. Dopo aver ricevuto il denaro procediamo con la consegna”.
E tornando a parlare del farmaco anti epatite salito agli onori della cronaca, il direttore spiega che ad oggi l’Iss ha somministrato 3 cicli di terapia completi, ciascuno composto da 3 confezioni da 28 compresse. Inoltre un quarto paziente ha iniziato il trattamento proprio ieri.
Il costo, conferma Chiaruzzi, è di 19mila euro a confezione.
Ma quello che in pochi sanno è che San Marino su questo terreno ha un competitor non troppo lontano: il Vaticano. “Anche loro hanno un servizio di farmacia internazionale – spiega il direttore – e sono i nostri concorrenti da sempre. Oltretutto hanno i nostri stessi fornitori”. Nonostante questo sul Sovaldi il Titano riesce a fare un prezzo più basso di circa 500 euro a confezione. Quello di farmacia internazionale, continua Chiaruzzi, è un “servizio importante che vogliamo mantenere”. Infatti solo nel 2013 l’Iss ha incassato da questo tipo di commercio 450mila euro lordi, “una fetta importante delle entrate”, come ammette lo stesso dirigente.
Davide Giardi, La Tribuna