Appena quattro o cinque giorni fa, tutti i maggiori tg italiani, di tutte le aziende televisive, parlavano della “Caporetto sanitaria”. Un termine entrato nell’uso comune della lingua italiana per indicare una pesante sconfitta, una disfatta, una capitolazione. Passate poche ore, tutti i titoli erano cambiati ed erano passati a descrivere il potenziamento della campagna vaccinale, l’organizzazione ospedaliera per far fronte ai nuovi contagi, l’ampliamento dei punti farmaceutici per poter eseguire i tamponi.
Cosa è successo non lo sappiamo, ma evidentemente qualcuno ha capito che il messaggio negativo avrebbe generato sconcerto, confusione e sfiducia, così ha fatto in modo che la comunicazione mediatica andasse in aiuto alle istituzioni sanitarie nella guerra contro il virus.
Sul Titano, ogni giorno ci sono giornali che fanno di tutto per descrivere in maniera negativa l’approccio sanitario alla pandemia, in questo spinti anche da partiti di opposizione che non sono stati capaci di gestire la sanità quando tutto andava bene e che ora hanno la ricetta per risolvere ogni problema. E siccome piace loro descriversi come forze politiche responsabili, dopo aver scaricato fiele e veleno, propongono soluzioni che non tengono in minimo conto la mille variabili, i vincoli delle leggi, le conseguenze e, soprattutto, le risorse umane.
È come se di fronte all’incendio di un palazzo, responsabilmente, qualcuno gettasse paglia sul fuoco. Tanto per aggravare il lavoro dei pompieri.
Secondo gli ultimi dati forniti dall’ISS, circa un terzo della popolazione sammarinese è stata contagiata nel volgere di questi due anni. È chiaro che la struttura ospedaliera vada in affanno, perché non era possibile prevedere l’entità dei contagi, né quali esiti essi avrebbero provocato. Lo scoppio dell’infezione, l’andamento epidemiologico, gli effetti delle varianti sono stati studiati mentre erano in corso, le misure sono state tutte successive, per contenere, non prevenire.
L’unica vera misura preventiva è stata il vaccino. San Marino, per garantirsi la continuità delle forniture, ha fatto uno specifico accordo con Pfizer già da prima di Natale. La validità in corso dal 1 gennaio 2022, perché prima non si poteva agire in questo modo. Dobbiamo sempre ricordare che non siamo soli in mezzo al mondo e non possiamo fare quello che ci passa per la testa: è d’obbligo rispettare norme ed equilibri nazionali ed internazionali. Invece, la battaglia dobbiamo combatterla da soli, con le nostre forze.
Adesso i vaccini arriveranno puntualmente ogni mese: ha senso mettere in allarme chi è in attesa della terza dose spargendo la voce che i vaccini non ci sono? È questo il senso di responsabilità delle forze politiche? Tutti quelli che erano in lista di attesa hanno già ricevuto l’appuntamento ed è stato perfino programmato un open day, oggi pomeriggio, per facilitare la vaccinazione dei giovani.
Altro problema sono le telefonate. L’ISS ha messo a disposizione diversi numeri per diverse necessità, modificandone l’organizzazione di fronte all’espansione dei contagi e alle diverse necessità che ne sono derivate. Ora, se c’è qualcuno che si vanta di aver chiamato più di 400 volte in una mattina usando una tecnologia che permette di fare queste cose, ovviamente manda in blocco il sistema, anche perché magari c’è qualcun altro che fa come lui. Ovvio che se una persona sta male veramente non troverà mai la linea aperta.
Insomma, dar fiato a comportamenti scorretti induce a fare altri comportamenti scorretti. Sarà difficile uscirne in questo modo.
Vedremo quale indicazione verrà dalla politica, da due giorni impegnata a valutare le misure per fronteggiare questa nuova mutazione della pandemia. Tutti coloro che sono stati vaccinati auspicano una maggiore attenzione per la loro categoria, perché ormai si è visto bene che non sviluppano la malattia grave, e che eventualmente hanno sintomi piuttosto lievi, a volte zero addirittura. Molti paesi, nonostante numeri esorbitanti di contagi, cominciano a ragionare su canali privilegiati per chi abbia completato la fase vaccinale, e usano maggiori restrizioni per le categorie a rischio, come sono i pluripatologici e anche i non vaccinati, che stanno riempendo le stanze di ricovero e le terapie intensive.
A da passà a nuttata, diceva Eduardo De Filippo. Noi abbiamo bisogno di passare il mese di gennaio. Eminenti scienziati stanno assicurando che dopo il picco di questo mese, il virus andrà scemando e, pur non scomparendo, ci lascerà tirare un sospiro di sollievo.
a/f