Avrei voluto scrivere un editoriale sul giorno della Memoria.
Ricordare, soprattutto ai più giovani, che cosa significa.
L’unicità dell’Olocausto. L’errore in cui incorre chi oggi paragona Putin a Hitler.
Cominciando col dire che la data del 27 gennaio non è casuale.
Perché in quel giorno del 1945 le truppe dell’Armata Rossa liberarono il campo di concentramento di Auschwitz.
Quel giorno, grazie anche ai russi, emerse e fu finalmente chiaro a tutto il mondo l’orrore.
Ho avuto la possibilità di conoscere i fatti attraverso i racconti di mio padre, il quale li ascoltò a propria volta da mio nonno.
Non smetterò mai di ripeterlo: non so cosa accadrà quando i testimoni diretti non ci saranno più. E mi rendo conto già ora che è quasi impossibile trasferire ai ragazzi quello che è riuscito a concepire l’essere umano.
Per questo e solo per questo mi prendo la responsabilità di affermare che nulla è paragonabile al nazismo, neppure la barbara invasione dell’Ucraina e i crimini di guerra che si stanno susseguendo.
Come ho spiegato nell’incipit, non voglio parlare del giorno della Memoria, ma della memoria.
E’ affascinante e terribile al tempo stesso rendersi conto di quanto ci si scordi facilmente delle cose.
Affascinante perché l’essere umano ha una grande capacità di mettersi alle spalle i problemi, superarli.
D’altro canto è terribile non fare tesoro degli errori, perché il rischio è di reiterarli.
E’ evidente allora come in parecchi non sappiano per inettitudine, o non li ricordino, i delitti di cui si è macchiato Messina Denaro.
Fra cui, lo voglio rammentare, c’è anche un bimbo di 12 anni sciolto nell’acido, il piccolo e incolpevole Giuseppe Di Matteo.
Eppure a Napoli c’è una nuova moda che sta spopolando.
Ebbene sì.
Persone che vanno in giro indossando l’outfit del boss mafioso catturato in questa settimana dopo trent’anni di latitanza.
Addirittura un commerciante napoletano fa video promozionali promuovendo il “Messina Denaro Style”. Sono tanti i negozi che, stando alle segnalazioni, avrebbero messo in vendita i vari capi di abbigliamento per assomigliare a Messina Denaro.
Alcuni stanno promuovendo vestiti simili per i bambini.
A testimonianza dello schifo vi sono video e foto.
L’articolo potrebbe concludersi qui: cadono letteralmente le braccia.
Sfortunatamente non sono certo uno di quelli che per motivi di politically correct, difendono sempre e comunque Napoli e i napoletani.
Particolarmente in questo caso. Per quanto non si debba mai generalizzare – e non sarò certo io a farlo – credo ci sia davvero di che vergognarsi.
Va fatto un lavoro culturale enorme. Non è accettabile che nel Paese vi siano sacche tali di ignoranza, finanche supporto, accondiscendenza e attrattiva per malvagi ed efferati assassini.
Ecco perché è importante la memoria, la cultura. Ecco perché oggi più che mai ha senso celebrare il 27 gennaio.
Fermarsi a riflettere, provare a comprendere.
Lo dobbiamo certamente a chi ha perso la vita per la nostra libertà. Ma lo dobbiamo soprattutto a noi stessi, se vogliamo chiamarci ed essere uomini.
David Oddone
(La Serenissima)