Riceviamo e pubblichiamo

Per ammettere in una nazione la pratica dell’aborto serve una legge specifica. Ma perché?
Perché nonostante le teorie addotte da chi è favorevole alla pratica, l’aborto non è una normale pratica medica e/o chirurgica per cui basta al limite compilare un consenso informato. Durante un aborto volontario si elimina volutamente una nuova vita ecco perché serve una legge apposita. Fatto che non si può contraddire, sennò che senso avrebbe avuto scomodare il legislatore? Neppure le organizzazioni internazionali che si occupano di sanità potrebbero dire diversamente.
La scienza ci dice che noi esseri umani ci riproduciamo sessualmente producendo i gameti, (ovocellula e spermatozoo) e che i due gameti, uno maschile ed uno femminile, unendosi nella fecondazione formano lo zigote: la prima cellula di un nuovo essere umano, con la fecondazione quindi si forma una nuova persona, un essere umano irripetibile. L’embrione non è un insignificante grumo di cellule, ma un figlio già esistente nel seno materno sin dal concepimento.
Ne consegue che l’aborto annulla una vita.
Difendere la vita non vuol dire essere “poveri” o “retrogradi”, per negare la vita bisognerà negare anche la scienza perché la scienza è dalla parte della vita. E non è neanche necessario scomodare la religione per affermare un’evidenza scientifica.
Purtroppo chi è favorevole all’aborto evita sistematicamente di ammettere l’evidenza, non solo scientifica, come omette di parlare di embrioni, feti e bambini.
Come si fa a sostenere che l’aborto è un diritto, una prestazione sanitaria essenziale? Si può avere il diritto di sopprimere, cancellare la vita di un essere innocente?
Domandiamoci perché vi è un numero altissimo di medici obiettori di coscienza in Italia, ormai oltre il 70%. E’ un fatto morale, avente il suo fondamento nell’analisi oggettiva della realtà e la realtà è che durante l’intervento chirurgico praticato si vede chiaramente il feto già formato e vivo, ben riconoscibile nella sua sagoma ridotta di bambino che, pur nella sua immaturità produttiva, si difende in maniera esplicita, si allarma, si spaventa, spalanca la bocca in un grido silenzioso, il suo cuore accelera i battiti diventando molto tachicardico, e lui si agita e cerca di opporsi in ogni modo, allontanandosi e cercando di sfuggire a quel corpo estraneo entrato nel suo alveo, a quel tubo intruso che, dopo aver lacerato il sacco amniotico ed aver succhiato tutto il liquido che lo avvolge e lo protegge, ha il solo scopo di frantumarlo e di eliminarlo.
Non si può assecondare l’autodeterminazione né della donna né dell’uomo quando è rivolta al compimento di un’azione ingiusta, una società civile e rispettosa dei diritti umani non dovrebbe legalizzare la libertà di sopprimere una vita.
Per salvaguardare i diritti sessuali e riproduttivi della donna non serve una legge sull’aborto, per tutelare la vita della donna il nostro ordinamento già prevede che nei casi di gravidanze che mettono a rischio la vita, la madre può interrompere la gravidanza.
Un’azione ingiusta rimane comunque ingiusta anche se la maggior parte della società la ritiene legale. La vita umana è un diritto assoluto, primario e non negoziabile e l’aborto ferma un cuore che batte. Questo è il nodo della questione, il riconoscimento del valore assoluto, universale della vita umana che anche gli Stati dovrebbero essere tenuti a rispettare. La vita è un diritto insopprimibile, fondamentale non può essere ceduto senza rinunzia a ciò che ne costituisce la dignità umana.
La società politica non dovrebbe calpestare i diritti naturali ma dovrebbe proteggerli, tutelare gli interessi di tutti, anche dei più deboli ed indifesi, la libertà di un individuo si deve arrestare dove incontra la libertà di vivere di un altro essere vivente. Posto che il diretto interessato: il bambino, non può dire la sua sull’ argomento…altri vorrebbero cercare di tutelare lui e la madre! Altrimenti l’alternativa è quella di una società dove a dominare è l’interesse del più forte e dove i soggetti deboli ed indifesi sono inesorabilmente destinati a soccombere. La storia dell’umanità ha già vissuto società di questo genere, ma non possiamo onestamente dire che esse abbiano rappresentato un esempio edificante.
E’ fondamentale approcciarsi ad un tema così importante e sentito con scienza e coscienza, si eviterebbero affermazioni strumentali perché la scienza ci dice chiaramente che l’aborto sopprime una vita, poi ognuno decide in coscienza ma sapendo ciò che fa.
Anche il furto non è una pratica moderna, è sempre esistito anche nelle società arcaiche, ma non per questo è stato legalizzato.
Aida Maria Adele Selva