San Marino. Perché Renzi non prende le distanze da Celli ?

Riceviamo e pubblichiamo

Nella vicina Italia Il ministro della giustizia è il solo ministro ad avere rilievo costituzionale: l’articolo 110 della Costituzione gli assegna il compito di curare “l’organizzazione e il funzionamento dei servizi relativi alla giustizia.”

La particolarità discende dalle disposizioni con le quali la stessa Costituzione garantisce la piena autonomia e indipendenza dei giudici da ogni altro potere dichiarando che essi “sono soggetti soltanto alla legge”.

Non di rado, nella vicina Italia, i Ministri alla Giustizia di turno ha spesso preso le distanze da posizioni critiche – a volte infuocate – espresse dai propri colleghi nei confronti della Magistratura.

Anche a San Marino vi sono similarità evidenti con il quadro costituzionale italico e, anche, a San Marino il Segretario di Stato alla Giustizia è chiamato a vigilare qualora vi siano invasioni di campo e distorsioni.
Nicola Renzi sta, dalle dimissioni (ancora sulla carta) di Celli, dando l’idea di cincischiare mostrandosi imbarazzato – non per le posizioni dell’opposizione – ma dalle sue stesse mosse.

Il panegirico che ha rilasciato in tarda mattinata è solo una macedonia di pensieri scomposti e contraddittori che non risolvono nulla ma anzi continua a buttarla “in caciara”.

Eppure Renzi aveva da fare una sola cosa dopo il delirio del Segretario di Stato dimissionario in pectore ma in trasferta Bali: prendere semplicemente le distanze da quel che ha detto il collega in merito al rapporto livoroso, cattivo e strumentale disegnato da Celli nel rapporto tra politica e magistratura.
Renzi non lo ha fatto durante i lavori della Commissione (a cui sono stati esposti incolpevolmente i Reggenti), non lo ha fatto il giorno e non lo fa ancora oggi.
Perché?

Un lettore