San Marino. Pericolosa riforma Bcsm: Renzi e Rf non mollano… Anzi, propongono di “commissariare” la Segreteria Finanze di Gatti.

Mentre i “Sessanta” sono alle prese con l’ostruzionismo -peraltro assai costoso per le casse pubbliche in termini di gettoni di presenza- spunta, all’odg dei lavori consiliari appena aperti, un ordine del giorno di Repubblica Futura in materia di finanza pubblica che, fra le altre cose, se approvato andrebbe a “commissariare” la Segreteria di Stato alle Finanze guidata dal democristiano Marco Gatti.

Infatti, fra i punti di quell’ordine del giorno, c’è il preciso e chiaro progetto di “istituire un organismo indipendente per il controllo dell’andamento della finanza pubblica che riferisca direttamente al Consiglio Grande e Generale. Saranno certamente scintille quando i lavori arriveranno su quel delicato punto. E, perdipiù, la relativa discussione che ne scaturirà potrà dare le prime indicazioni sulle presunte tensioni che, oggi -secondo voci di “corridoio” che circolano sempre più insistentemente-, raccontano di forti tensioni fra lo stesso Marco Gatti e una consistente parte del suo partito… Voci diffuse ad hoc per minare la numericamente esigua minoranza? O, invece, le stesse sono frutto di fondate indiscrezioni capaci di varcare il muro di riservatezza che è solita costruire la Democrazia Cristiana attorno alle sue “questioni” interne? Vedremo…

Sul fronte politico, già ora, visto il fine più o meno palese dell’odg di Rf, sembrano smentirsi quelle voci che indicavano il Segretario Gatti quanto mai vicino al partito nato dalle ceneri di Alleanza Popolare, con il quale, invece, la componente democristiana che fa capo a Pasquale Valentini sembra tutt’ora avere un serrato -pur “sommerso”- dialogo.

Intanto, ieri, sulle pagine de L’Informazione, ho casualmente letto un’ampia intervista a Nicola Renzi, capogruppo di Rf. E, finalmente, dopo le controverse azioni incentrate su Banca Centrale, ho trovato una proposta condivisibile e razionale: “Credo che dovremmo valutare -vi ho letto- la fattibilità di un impianto di termovalorizzazione sul territorio…”.

Dedicai diversi approfondimenti e commenti al progetto di costruzione, sul Titano, di un termovalorizzatore (ad esempio, leggi qui) che, da solo, potrebbe invertire il preoccupante trend economico di San Marino. Bene che, finalmente, una forza politica arrivi ad anteporre il populismo ad un serio e strutturale progetto di sviluppo economico.

Purtroppo, esclusa questa parentesi costruttiva, seria e razionale, ho ritrovato anche nell’intervista di Nicola Renzi l’ormai “solita” Repubblica Futura, trainata da personaggi su cui gravano alcune ombre generate dagli atti processuali del procedimento cosiddetto “Buriani-Celli”, prima fra tutte la testimonianza di Catia Tomasetti, Presidente di Banca Centrale e, all’apparenza, “nemico pubblico” numero uno di Renzi e dirigenti vari di Rf.

“…Siamo -leggo nelle dichiarazioni del Capogruppo di Rf- continuo oggetto di attacchi, probabilmente prezzolati, ma questo ci fa piacere…”. Lapsus freudiano? O errata esposizione da parte dell’intervistatore? Sarebbe gravissimo, infatti, già il cavalcare strumentalmente gli attacchi  -spesso strumentali e non fondati su valide argomentazioni- provenienti da forze esterne alla Repubblica, come peraltro accaduto con la ormai famosa lettera incentrata su fantomatici rischi di riciclaggio intrinsechi nell’accordo sull’Associazione al mercato Ue… Ma addirittura gioirne, provare piacere per questi non troverebbe giustificazione. Voglio propendere, quindi, per l’errore nell’esposizione del concetto e liquidare questo aspetto senza ulteriori consideraizoni.

Non altrettanto, però, meritano -a mio parere- i piani di riforma di Banca Centrale, così come esposti da Renzi. In particolare il concetto secondo cui “la rappresentanza legale di BCSM dovrebbe esercitarla un nostro concittadino…. Come dire: ai vertici di Bcsm ci deve stare un sammarinese.

Un concetto che, toricamente, potrebbe essere valido e auspicabile, ma nel concreto sarebbe impossibile senza violare i principi chiave del GELRIC, sanciti dal Fondo Monetario Internazionale. Segnatamente, un Presidente sammarinese di Bcsm non potrebbe garantire anche nell’apparenza la necessaria autonomia e indipendenza della delicata istituzione di governance e vigilanza del sistema finanziario e bancario sammarinese.

Ma l’Italia ha un italiano ai vertici della sua Banca Centrale e l’Unione Europea un europeo, potrebbe obiettare qualcuno. Certo, ma il 10% dei cittadini italiani o europei -metaforicamente, per rendere palese il concetto- non portano il cognome Gasperoni e il 50% degli stessi sono direttamente o indirettamente “legati” ad un Gasperoni… I sammarinesi sono una comunità di appena 30mila individui e vivono su un territorio di soli 64 chilometri quadrati, dove, alla fine, magari indirettamente, tutti sono anche solo lontanamente parenti, magari acquisiti.

Potrebbe essere immune da influenze, quindi anche apparire autonomo e indipendente, oltre che esserlo realmente, un qualunque sammarinese nel ruolo di massimo vertice di una istituzione importante, che vigila su interessi miliardari (in Euro)? Secondo me no… E, presumo, anche secondo il FMI.

Inoltre, quanti sammarinesi possono vantare competenze internazionali e un curriculum almeno sufficientemente prestigioso per rivestire quel ruolo? Nessuno? Sta di fatto che, nonostante le argomentate osservazioni prodotte su queste stesse pagine nei giorni scorsi (leggi qui) sui grandi rischi che il progetto di riforma dello Statuto di Bcsm presentato da Rf, lo stesso va avanti tanto che, come scritto su GiornaleSm (leggi qui), una delegazione dei sindacati si sarebbe incontrata con Rf proprio per approfondire lo stesso progetto di riforma statutaria.

Una riforma che, almeno all’apparenza -a mio parere-, sembra l’ennesima “battaglia” in una sorta di “guerra” che pare vedere opposti i vertici di Repubblica Futura -fin dai tempi della trattativa fra Stratos e Banca Cis- all’attuale governance di Banca Centrale…

Enrico Lazzari