L’indipendenza di questi tempi assomiglia all’elemento psicologico del reato: c’è chi lo tira un po’ come e dove gli pare e i danni diventano incalcolabili. A buon intenditore, come si dice, poche parole. Piccola ma doverosa premessa per commentare brevissimamente lo scontro andato in scena fra Consiglio e Garanti. Politica, contro Magistrati. Le ragioni e preoccupazioni dei 60 sono validissime e condivisibili. E sulla buona fede di molti di loro, si potrebbe mettere la mano sul fuoco. Sono le modalità a gridare vendetta. Il Consiglio dovrebbe fare le leggi e al contempo rispettare l’autonomia di un organismo sovrano quale sono i Garanti. E i Giudici costituzionali devono fare in modo che le leggi del Parlamento non violino i dettami della Costituzione, pretendendo lecitamente di non essere tirati per la giacchetta. Dal canto proprio la Magistratura, in quanto organismo indipendente, che rappresenta un potere dello Stato, ha il diritto-dovere di prendere al proprio interno, e senza ingerenze, le decisioni che ritiene più opportune, compresa quella di intervenire quando e se necessario nei confronti di un Giudice. L’unico modo per garantire questi “pesi e contrappesi”, vitali per la Democrazia, è che ognuno rimanga nel suo ambito, senza sconfinare in campi che non sono propri. Vogliamo chiudere con un doveroso grazie alla Reggenza, che ha cercato di mediare una situazione non semplice nel supremo interesse del Paese, facendo onore al proprio ruolo. Forse sarebbe il caso che il Consiglio si scusasse con la Suprema Magistratura della Repubblica. La Tribuna Sammarinese
