“Mi auguro si possa andare oltre e capire se vi fossero altri tipi di responsabilità, anche di carattere politico…”. On. Francesca Civerchia (Pdcs), me lo auguro anche io. E ormai da tempo. Da quando, cioè, ho assistito -in quel primo marzo scorso, ai Tavolucci- alla testimonianza che il Presidente di Banca Centrale, Catia Tomasetti, ha rilasciato senza remore, senza timori, talvolta nelle sue ampie risposte andando oltre quanto le veniva richiesto, durante un’udienza del cosiddetto “Processo Buriani-Celli”.
Come sapete non “vivo” San Marino dalla seconda metà degli anni Duemila, quando -penso per la gioia di tanti politici, da destra a manca- chiusi le mie collaborazioni professionali con le testate dell’informazione sammarinese. Tornai ad occuparmi di San Marino con il controverso arresto di un caro amico (addirittura “ordinato” da un ufficio di Banca CIS, come la testimonianza di Federico D’Addario infonde il sensato sospetto?), spinto dall’assurdità e palese parzialità che rilevavo nelle cronache giornalistiche e televisive di quell’indagine che si abbattevano ingiustamente sulla dignità dello stesso e degli altri protagonisti di quella vicenda nota come “Mazzini”. Seguii con attenzione -e ringrazio GiornaleSm per lo spazio che mi concesse, unico mezzo di informazione disponibile ad ospitare una cronaca che andasse oltre alle semplici tesi (talvolta assurde nel merito) dell’accusa- tutta la fase istruttoria e il processo di primo grado per il quotidiano La Voce.
Riuscii, almeno un poco, a scalfire quel sentimento di “impicchiamoli tutti, subito, sul Pianello” che se era creato ad arte, portai -e non lo evidenzio per orgoglio personale, o almeno non solo per quello, mi si permetta- La Voce a registrare vendite mai avute sul Titano nella sua storia, a conferma di come in tanti, già allora, dubitassero della fondatezza di quanto gli veniva raccontato dal “main-stream” risucendo, prma di ogni sentenza, a spazzare via una intera classe politica e dirigente del Titano, aprendo la strada ad equilibri politici inediti. Non mi riferisco solo al governo AdessoSm, ma anche al grande potere che l’allora Alleanza Popolare (grazie pure ad una miopia politica pesante del “Partitone”, se non a una “complicità” di comodo dei suoi giovani “arrivisti”) acquisiva giorno dopo giorno a causa delle indagini giudiziarie che si abbattevano sui suoi storici avversari.
Già durante le primissime udienze del Processo Mazzini scritti un articolo dal titolo: “San Marino, chi tocca le banche ‘muore’”. Sembrava complottismo, sembravo un Don Chisciotte impazzito che si scagliava contro i mulini a vento credendoli giganti. Oggi, tutto quello che scrivevo può essere liquidato come follia o complottismo? No…
Lo conferma la sentenza definitiva di assoluzione (ma anche quella di proscioglimento, perchè conferma che quel processo non si sarebbe neppure dovuto istituire) di tutti i politici coinvolti nel Mazzini. Lo conferma, in parte, la relazione conclusiva della Commissione Consigliare di inchiesta su Banca CIS. Lo conferma quanto si ascolta nell’ambito delle udienze del Processo Buriani-Celli in questi giorni.
E lo confermano, finalmente, anche alcuni interventi in Consiglio Grandi e Generale. Sì, perchè il dubbio che nell’ultimo decennio sia successo qualcosa di ben più grave di un piano mirato salvare Banca CIS, oggi -finalmente- affligge anche più di un Consigliere, come confermato dall’acceso dibattito del comma Comunicazioni di questa sessione tuttora in corso del Parlamento sammarinese.
Un dibattito dove sono volate accuse e veleni, dove ognuno ha lanciato accuse verso gli avversari, nel tentativo di rimpallare le responsabilità del dissesto economico in cui questi ultimi dieci anni di politica e “cricca” hanno portato San Marino.
Un confronto serrato, velenoso e interminabile che si riassume in un sola frase, lancita all’Aula da Francesca Civerchia: “Mi auguro si possa andare oltre e capire se vi fossero altri tipi di responsabilità, anche di carattere politico…”. Me lo auguro anche io egregio Consigliere. E se lo augura, ormai, tutto il Paese.
Ma allora, cosa aspettate, in Consiglio Grande e Generale, ad istituire un apposita commissione di inchiesta consigliare che faccia piena luce sui rapporti fra “cricca”, politica e informazione dell’ultimo decennio della storia sammarinese? Perchè un eventuale piano illecito che vada a coinvolgere, che vada ad unire politica, imprenditoria, finanza, informazione e magistratura non prefigurerebbe solo una associazione delinquere, ma una vera e propria associazione sovversiva dei poteri dello Stato e della democrazia. Se anche i consiglieri hanno dei dubbi, perchè non verificare con un organismo autorevole se sul Titano, in questi ultimi anni, ci fu un grupopo che quasi riuscì portare a termine un colpo di stato?
Enrico Lazzari
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