Libera e Demos hanno dato vita lunedì ad una serata particolarmente partecipata, dal titolo eloquente: “Des, tutti i rischi per la nostra sovranità economica”.
Relatori Matteo Ciacci (Libera), Alessandro Rossi (Demos), Francesco Mussoni (Dc) e Matteo Rossi (Psd).
Una cosa è emersa con chiarezza: le posizioni sono e restano molto distanti fra maggioranza e opposizione da un lato, ma anche fra maggioranza e forze sindacali, presenti alla serata, così come il Segretario alle finanze, Marco Gatti, il quale “stuzzicato” non si è tirato indietro e ha preso la parola dal pubblico.
Il primo dato balzato all’occhio è stata la massiccia partecipazione popolare: era dai tempi pre Covid che non si assisteva a tali “assembramenti”. E l’esercizio della democrazia è sempre un fatto positivo, che merita di essere sottolineato.
Gli ospiti in apertura hanno spiegato al pubblico che cos’è il Distretto economico speciale.
“Il Des – ha iniziato Francesco Mussoni (Dc) – è un distretto fisico, non concentrato in un’unica area territoriale, che offre la localizzazione di imprese operanti in specifici settori di attività non concorrenziali con la realtà economica esistente, con regime fiscale agevolato”.
Ma è sulla cosiddetta residenza fiscale non domiciliata che sono cominciate le prime forti schermaglie: “La residenza fiscale non domiciliata (RFND) è un permesso turistico, superiore ai 30 giorni ed inferiore ai 150 giorni, per chi soggiorna presso le strutture del DES” ha detto ancora Mussoni, il quale ha poi spiegato come nella pratica arriveranno sul Titano due o tre alberghi di lusso e di fatto pochi residenti. Insomma per Mussoni polemiche fuori luogo, così come è demagogico e scorretto parlare di svendita di sovranità.
Per Alessandro Rossi (Demos) quello del Des è invece un “progetto orribile”, che porterà a diversi problemi con gli organismi internazionali e a livello di controlli. “Diamo le chiavi del Paese a chi magari farà volumi economici importanti, garantendo importanti incentivi fiscali, un regime fiscale ad hoc facoltativo con un’aliquota al 5% sui redditi prodotti dalla società di gestione e dalle società aderenti con una imposta annuale minima dovuta di 10.000 euro. Io credo che dovremmo sostenere le nostre piccole imprese, basta inseguire il soldo facile, abbiamo visto come è andata a finire in passato”.
E proprio sui controlli e sui possibili correttivi in Commissione Finanze, interviene Matteo Rossi (Psd): “Il tema dei controlli è molto importante dal nostro punto di vista. Ricordiamo che non siamo più la San Marino del passato, ci sono delle regole e degli Uffici chiamati a vigilare affinché non vi siano distorsioni. Io credo che attraverso gli emendamenti la legge sul Des sarà ulteriormente migliorata, non comprendo le perplessità delle opposizioni”.
A spiegaglielo senza giri di parole o peli sulla lingua è Matteo Ciacci (Libera), che fa il pieno di applausi della platea: “Quello della maggioranza – dice – è un progetto irricevibile, inemendabile, inaccettabile. Noi vogliamo un Paese che lavori nella normalità e nella trasparenza. E’ chiedere troppo? Vogliamo partire dalle nostre 4900 aziende con meno di 10 dipendenti, su 5100, sono le nostre piccole attività che vanno supportate. Questo governo stende i tappeti rossi a Banuelos e bastona le piccole attività con la recente legge sul lavoro. A breve Libera porterà avanti un progetto e una relativa borsa di studio per giovani professionisti e un pacchetto di disposizioni per incentivare e sostenere proprio le piccole imprese, che devono essere lasciate libere di lavorare. Sul Des c’è troppa fretta. Sembra quasi ci siano degli interessi sotto. Il rischio di questo progetto è di scardinare la nostra millenaria storia e indipendenza, con tanti feudatari che hanno il primato, rispetto al nostro Paese, su specifici settori. C’è il Des turismo con il feudatario Banuelos, poi ci sarà il Des telecomunicazioni e magari se ci porta molti soldi anche un feudatario per la sanità”. Conclude Ciacci: “Evitiamo di privilegiare forme di residenza opache o non controllabili per evitare di riportare San Marino in un contesto economico fiscale poco trasparente. Gli errori del passato ce li ricordiamo? Black list. Siamo per il benessere, ma serio, non effimero”.
Secondo il Segretario Marco Gatti invece “i Distretti Economici Speciali rappresentano una importante innovazione strutturale, quale piattaforma e volano per un ulteriore rilancio e sviluppo dell’economia del Paese, in particolare del settore turistico e ricettivo.
Concretamente – spiega – il Distretto è costituito da una società di gestione con lo scopo e funzione di effettuare rilevanti investimenti in infrastrutture turistiche, ricettive e di servizio, di alto livello qualitativo e svolgere attività funzionali all’operatività ed alla clientela ideale del DES”. Insomma nessun pericolo di svendita della sovranità, piuttosto – sottolineano dalla maggioranza – una strada obbligata alla luce del debito pubblico contratto, per dare uno slancio significativo ed importante al sistema economico.
Dal canto proprio le associazioni sindacali non arretrano di un millimetro, anzi chiamano a raccolta per questa mattina, ore 8.45, la popolazione sul Pianello a manifestare “per impedire – affermano dalla platea i Segretari Generali Enzo Merlini e Francesca Busignani, rispettivamente di Csdl e Usl – che aree e patrimoni importanti del Paese vengano svenduti a privati, snaturando completamente non solo gli equilibri territoriali ma anche il nostro sistema economico basato sull’economia reale, che ci ha permesso di reggere l’urto della crisi. Basta – dicono – con le facili scorciatoie e i progetti borderline far fare cassa”.
Come si diceva qualche riga sopra insomma, le posizioni rimangono assolutamente distanti, per quanto il dibattito sia stato pacato e certamente costruttivo. Non resta dunque che attendere il passaggio in Commissione Finanze per comprendere intanto se la maggioranza ritroverà l’unità, visto che pesano come macigni le perplessità di Domani – Motus Liberi, ma anche di diversi esponenti di Rete.
David Oddone
(La Serenissima)