Nel 1591, la situazione non è più sostenibile.
A maggio, di grano “a pena se ne trova” al prezzo “iniquo e nefando da non credere fra cristiani” “di scudi venti e venti doi d’oro il staro.”
Molti muoiono di fame e le ghiande diventano importanti per l’alimentazione al punto che chi le vende a forestieri è multato per 2 scudi al mastello.
La grande povertà produce la delinquenza minorile che viene repressa severamente fino alla condanna a morte come avviene per Matteo quindicenne, figlio di Pruno di Carnovale, colpevole di “gran numero di furti commessi” pur “di poca valuta.”
La condanna all’impiccagione viene tramutata in ergastolo “avendo hauto piena notizia della sua minor età, et considerato anco il poco valore della furti (ancor che siano molti) et hauto anco notizia che esso Matteo è povero et che tutto è stato fatto per poter vivere.”
Emilio Della Balda