San Marino. Pillole di storia economica sammarinese e non. LE SPIGOLATRICI … di Domenico Gasperoni

Pillole di storia economica sammarinese e non. LE SPIGOLATRICI … di Domenico Gasperoni

Dal terrazzo osservo le stoppie, i terreni appena mietuti. Grandi macchie gialle. Rese luminose dai raggi del sole di Lucifero agostano. Ormai i grani, gli orzi sono trebbiati. Attendono nei granai il loro destino. Le mie radici rurali mi rapiscono, riportandomi all’infanzia. Ai gioiosi riti della mietitura e della “battitura”.
In quei campi vuoti, rivedo strane figure. Delle donne. Si chinano in terra e fanno buffi movimenti. Sono le spigolatrici.
Alla fine della mietitura scattavano i “giorni della spigolatura”. Era permesso ai poveri, alle donne povere e, in particolare alle vedove, di raccogliere le poche spighe rimaste a terra. Quella piccola riserva di frumento assicurava il pane per qualche settimana in più.
Chiedo aiuto alla lucidissima memoria di mia suocera Anna, quasi centenaria. Con immediatezza, mi aggiunge particolari, tratteggiando un quadro delle spigolatrici. Un cappellone di paglia in testa, una balla di juta legata alla vita. Sembravano degli spaventapasseri. Simpatiche, anche se non fascinose come quelle dipinte da Millet. In più, per l’occasione vestivano i pantaloni di lavoro dei loro mariti, per non pungersi con lo strame. Un dettaglio buffo: uno spago infilato alla buona nei passanti, reggeva i pantaloni. Piuttosto goffe. Perché non sapevano indossare i pantaloni. Allora alle donne era proibito portarli. Sarebbe stata offesa al pudore!
Ma andiamo avanti. Questa non era solo una buona usanza delle campagne. La spigolatura era un “istituto” del mondo rurale. Un intervento assistenziale e di “carità pubblica”. Previsto in molti Statuti agrari comunali, poi recepito nelle leggi nazionali. Ricordo un editto del 1742 di Benedetto XIV (eletto papa 6 mesi dopo la cacciata del card. Alberoni da San Marino). Proibiva di entrare nei campi durante la mietitura, prima del Barco. Obbligava poi il contadino a lasciare almeno 10 giorni ai poveri per la spigolatura, prima di mandare il bestiame a pascolarvi.
Anche San Marino aveva uno Statuto Agrario. Approvato nel 1813. Trattasi non solo di un Codice, ma di un “Poema giuridico”. Zeppo di citazioni di vecchi poemetti bucolici, didattici e morali. Il Cap. III regolamentava la mietitura ed esplicitamente la spigolatura. Definendo la maggior parte delle spigolatrici come indiscrete, petulanti e infedeli, bisognava mettere un freno. Vietava agli operai mietitori di fare i furbi, lasciando “a bella posta” delle spighe ancora in campo, per essere preda delle donne. Queste potevano entrare nel terreno solo dopo che le spighe erano state raccolte nei covoni. Poi lo Statuto si corregge. Evitare gli abusi non significa derogare “al sagrosanto diritto dello spicilegio” (raccolta di spighe). Per rafforzare la pratica caritatevole, fa suo l’affascinante invito del Libro del Deuteronomio: “Quando mieterai la messe del tuo campo, se nel campo dimenticherai un covone, non ritornare a prenderlo: sarà per il forestiero, l’orfano e la vedova”.
In effetti, era convinzione comune che questo gesto di carità fosse legato a prescrizioni bibliche, proprie dell’anno sabbatico. La Bibbia proclama che nel settimo anno, la terra si doveva lasciare incolta, in riposo assoluto. “Non raccoglierai i frutti spontanei dei campi. Ciò che la terra produrrà servirà da nutrimento a te, al tuo schiavo, alla tua schiava e al forestiero che è presso di te” (Esodo e Levitico).
Una lezione di civiltà di 3000 anni fa, all’incivile nostra Europa!
Termino con una reminiscenza scolastica. Invito a rileggere LA SPIGOLATRICE DI SAPRI, di Luigi Mercantini. Poesia che narra la sfortunata spedizione di Carlo Pisacane nel Regno delle Due Sicilie, vista da una spigolatrice. Riporto la prima strofa:
Eran trecento, eran giovani e forti, e sono morti.
Me ne andavo al mattino a spigolare,
quando ho visto una barca in mezzo al mare:
era una barca che andava a vapore;
e alzava una bandiera tricolore;
all’isola di Ponza si è fermata,
è stata un poco e poi si è ritornata;
s’è ritornata ed è venuta a terra;
sceser con l’armi, e a noi non fecer guerra.

Le spigolatrici, di Jean Francois Millet