C’è la festa contadina nell’aia con sullo sfondo l’azzurra vision di San Marino. C’è la famosa festa di San Martino, la bottega del barbiere, del cavadenti, del panettiere, la pescheria, il circo; c’è il fattore in mezzo ai campi, il barroccio coi sacchi di grano, e c’è anche la maitresse che gestisce i clienti dell’ultima “casa chiusa”. Emerge da questa esplosione di colori e luci una quotidianità che non è solo immaginifica, o bucolica, ma che ha un ruolo significativo nella memoria collettiva delle nostre zone. Ben 40 quadri di Giuseppe Boschetti, detto Pino, sono in mostra a Palazzo SUMS fino al 3 settembre prossimo, sotto il titolo “Memorie e mestieri”.
Boschetti è il poeta delle immagini, anche lui idealmente parte di quella “Scuola di poesia santarcangiolese” che schiera tutti coloro che hanno lasciato un segno nel Novecento. Un segno forte, per questo figlio della Romagna, che in tanti sono venuti ad ammirare, apprezzare ed omaggiare, venerdì pomeriggio, in occasione dell’inaugurazione della rassegna a lui dedicata. “Dall’idea di fare un omaggio tanto all’arte di Boschetti, quanto a quella matrice culturale romagnola che inevitabilmente lambisce anche la tradizione sammarinese – ha spiegato il direttore degli Istituti Culturali Vito Testaj – nasce il progetto di questa mostra che raccoglie i tratti comuni della nostra identità”. All’idea hanno poi aderito la sezione Musei e Monumenti, con la collaborazione dell’Ambasciata d’Italia e il patrocinio della Segreteria Cultura. Entusiasta l’Ambasciatore Fabrizio Colaceci, romano di Roma, mai stato in Romagna, ma che di fronte a queste opere ha subito letto i tratti più veri e più profondi dell’italianità. “Vi è il messaggio di una profonda comunanza di tradizioni e visioni – ha detto – che affratella tutto il territorio della Romagna, anche al di là dei confini”. Sottolinea come da queste pennellate emerga quel vivere comune, quella saggezza profonda, che sono il sedimento del buon vivere, nonostante le asperità della vita e della storia.
Sicuramente molto soddisfatto e orgoglioso il Sindaco di Santarcangelo Filippo Sacchetti, che in appena un anno di amministrazione, dopo la recente Titanica, ha visto mettere in piedi la seconda iniziativa congiunta con San Marino. “La cultura è il tassello che meglio di altri può diventare veicolo di sviluppo e di collaborazione” ha sottolineato riferendosi ad un artista dalle grandi potenzialità, capace di parlare al cuore di tutto il mondo. “San Marino è uno Stato, Santarcangelo è un Comune, ma insieme possiamo fare grandi cose”.
Quindi, al figlio Marcello è toccato il compito di illustrare la filosofia pittorica di Boschetti. Che tracciava i bozzetti a matita o a sanguigna, per poi passare alla pittura a olio, che riesce a dare la brillantezza della luce della Romagna e a trasmettere la sensibilità di una mano che indugia sui particolari. Sono quelli che fanno la differenza.
Erede indiscusso di quella schiera di artisti che lavora sotto l’egida di “Santarcangelo dei pittori”, Boschetti adotta lo stile naif, semplice, immediato, realistico, con piccole indulgenze allo stile di Botero, che allargando le figure, allarga anche gli orizzonti. Infatti, non c’è solo “un piccolo mondo antico” nelle immagini di Boschetti, ma c’è tutta una gamma di emozioni e commozioni, che hanno cambiato volto con la modernità, ma che non sono scomparse perché insite nell’animo umano. Così come i saperi, di cui i nostri giovani non hanno la benché minima percezione, ma che in qualche maniera sono rimasti nel DNA delle nostre comunità. E a proposito di memoria, come recita il titolo c’è il ricordo dolce delle cene e dei pranzi, in famiglia o con gli amici, con il bicchiere alzato per il brindisi e i piatti colmi di quelle leccornie per cui la Romagna è famosa. E certe abitudini, per fortuna, non si sono perse.