Tra i molti interventi relazionati nei tre giorni di Congresso, uno, in particolare, quello di Pino Guidi, emerge per lucidità d’analisi riguardo alla questione della crisi bancaria e finanziaria sammarinese. La prima parte si concentra sul partito. Non mancano, da parte di Guidi, anche alcune critiche alla direzione Dc. Nella seconda parte, invece, l’imprenditore del Titano si occupa delle ultime vicende emerse in seguito ad alcune decisioni assunte da Banca Centrale.
Pino Guidi (sezione di Domagnano): “Francamente vorrei un Partito democratico cristiana sammarinese più vivace, più deciso, che ascolta la gente, che non fa della direzione un corpo unico perché abbiamo avuto una direzione e un partito granitico nella sua dirigenza che non serve al Paese. Voi non dovete aver paura di quelli che vi criticano. Le critiche devono stimolare e far pensare e quindi il partito deve essere aperto alle critiche. Noi in campagna elettorale abbiamo seminato troppa positività. Sarebbe stato meglio usare po’ di autocritica e un po’ di realismo. Non ci sono più i soldi per aver pazienza. Questo Paese ha una ricchezza limitata. Non possiamo sprecare più niente. Non c’è più tempo da perdere. Le imprese che vanno bene sono poche. Bisogna dare ossigeno e fiato perché l’economia riprenda. Le “patacate” nella gestione della cosa pubblica non si possono fare, ci vuole il coraggio. Il partito deve quindi essere aperto alle critiche. Farci attaccare il fango come è stato fatto nell’ultima campagna elettorale è stata un’offesa per i democratici cristiani veri, quelli che hanno il valore e il sentimento della Repubblica. Poi non si può venire qui perché c’è l’assise della Democrazia cristiana a far finta che siamo tutti amici dobbiamo collaborare, che dobbiamo avere la coesione per prendere le decisioni che ci occorrono. Io questo fango non lo voglio e qualcuno deve ritirare le offese che ci ha recato e che a me non mi riguardano. A ragione Mancini, siamo maggioranza nel Paese, minoranza nel parlamento. Questo è un obbrobrio della democrazia. A questo va rimediato. Voi avete sempre detto che la Dc non ha votato questa legge ma facciamo le spese di questa legge”.
Terminata l’analisi sul partito e la sua direzione, Pino Guidi prosegue nella seconda parte parlando, appunto, di economia: “Parto da Banca Centrale. Questi vertici di Banca Centrale non sono amati dal Paese (a queste parole è partito in sala un fragoroso applauso, ndr). Non si può licenziare sammarinesi. Non si può assumere personale forense quando abbiamo 1500 disoccupati. Non si può chiedere di fare la valutazione degli Npl (crediti deteriorati) a forensi quando noi abbiamo fior di esperti del mercato sammarinese a spasso. Non si può non dialogare con i vertici delle banche. Non si può non dialogare con l’Associazione bancaria sammarinese che è il sindacato di categoria. Non si può far finta di niente, avere un organo che ci vigila che ancora non ha la Centrale Rischi. L’unico vigilatore che sarebbe venuto a San Marino, e ci lamentavamo dei precedenti, ma almeno questi avevano impostato la Centrale Rischi, l’unico vigilatore che verrebbe nel mondo in qualsiasi Paese che ci sia la prima cosa è la Centrale Rischi. Non possiamo più continuare a dare i soldi a gente che truffano le banche da tutte le parti e lo Stato paga. Non ho sentito da questa Banca Centrale una parola sul credito di imposta. Sono decine di milioni di euro, forse ci vogliono due palmi di mano, per sapere quanto vale il credito di imposta. Non ho sentito niente. Questa è una Banca Centrale che fa finta di niente per valori così importanti? Le proprietà di quella banca che è costata come credito di imposta la maggiore, hanno comprato le azioni di un’altra banca. Le azioni di responsabilità dove sono? Gli organi vigilanti dove sono? Noi non possiamo pagare per questi. Noi lavoriamo nelle nostre imprese, nelle nostre attività, nelle nostre famiglie per sostener quello che è giusto per aver una vita normale, per far le cose che dobbiamo fare, ed è stato fatto figli e figliastri nel tenere conto di quanto si doveva dare nel credito di imposta. A chi effettivamente ha aiutato la comunità sammarinese è stato dato zero, mentre agli altri tanti soldi. Non va bene. Io voglio sapere come la pensa Banca Centrale. Non c’è una parola sul costo del denaro, tre volte quella dell’Italia. Il Governo non può fare a meno di fare politica finanziaria e monetaria, questo è il ruolo del Governo e Banca Centrale deve prendere gli indirizzi dalla politica e tradurli in autonomia in fase operativa, ma l’autonomia non è quello di essere superiori al Governo, perché i soldi che loro spendono sono i soldi dei cittadini. Io mi aspetto dai vertici di Banca Centrale su questi elementi. Chi più del sottoscritto quando avevo ruoli di responsabilità ha tenuto alto il nome di Banca Centrale, ha tenuto alto il discorso della vigilanza, delle ispezioni, della compliance, di tutta una serie di controlli che il nostro sistema ha tenuto. Ma per fare queste cose si fanno convocando gli interessati, gli attori in gioco, spiegandogli le cose, dicendogli come deve fare. L’Abs se avete notato è in fase di destabilizzazione. Nessuno dice niente? È colpa di questo presidente? Può darsi, ha mille interessi. C’è lo zampino di Banca Centrale oppure c’è la strategia del Governo che vuole togliere il sindacato di categoria da una parte e dall’altra dice che vuole il rilancio del sistema finanziario ed economico. Come si fa a rilanciare se il sindacato di categoria non può fare il proprio lavoro di sostegno? Cominciamo a dire quali sono i progetti nefasti per questa Repubblica. Incominciamo a lavorare per il bene dell’economia. (…) Basta burocrazia. La burocrazia ti chiude. Cominciamo a dire che il sistema immobiliare è fermo, che va rigenerato, rivitalizzato, prima del Prg, chi ha i soldi per far ripartire l’economia li usi, non facciamo politiche depressive, chi le vuole fare vada all’Igiene mentale. Dobbiamo fare politiche di sviluppo, poi venga il Prg.
Noi abbiamo la cultura della proposta, la cultura del Governo ma soprattutto la cultura della responsabilità”. La Tribuna Sammarinese