Mentre in Italia monta la polemica sugli aiuti che sarebbero ‘briciole’, a San Marino si respira un clima di maggior fiducia verso il lavoro delle istituzioni perché la gente è ben consapevole che le casse dello Stato erano già vuote prima della crisi. Si comprende cioè che si sta facendo tutto il possibile per venire incontro alle esigenze della cittadinanza. Anche se purtroppo questo non sempre basta a dare risposte a chi da un giorno all’altro si è visto distruggere la propria fonte di sostentamento. Se il decreto uscito domenica sia una buona base per cercare di andare verso soluzioni possibili lo abbiamo chiesto a Pino Guidi da sempre in prima linea nel portare avanti istanze legate all’agricoltura.
Il decreto dà risposte anche agli agricoltori?
“Questa moratoria sui mutui è già un passo in avanti, è una buona base per cercare delle soluzioni. Resta però il fatto che la situazione è più grave di quello che sembra, in Italia molti caseifici stanno chiudendo, hanno i magazzini pieni e hanno dovuto rinunciare al ritiro del latte e c’è anche qualche grossa impresa che approfitta della situazione per fare business. Gli allevatori di conseguenza fanno fatica a consegnare il latte, so di un allevatore del nord che lo porta al biocompost. Ciò è molto grave se consideriamo che oggi le bovine sono nelle migliori condizioni produttive di stagionalità, in pratica ci troviamo di fronte ad una grande produzione e nello stesso tempo c’è una difficoltà oggettiva nel conferire il latte ai caseifici. La filiera più piccola si è persa, penso alle piadinerie, ai bar che organizzavano aperitivi, ai ristoranti, a tutti quei luoghi dove c’era molto consumo di formaggio. Peraltro il latte non viene più portato né nelle scuole né nelle mense. Ad oggi i nostri prodotti sono venduti solamente nella grande distribuzione, ovvero nei 4 supermercati aperti”.
Si parla sempre di assalti ai supermercati, se i vostri prodotti sono venduti al loro interno, dovrebbero andare a ruba.
“In realtà se la nostra carne sta andando bene, non è così per il latte. Pensi che abbiamo tutte le celle frigorifere piene, e che abbiamo chiesto di poter usare le celle dell’ex San Marino carni di Dogana per stoccare i formaggi in sovrabbondanza di produzione. La ragione è presto spiegata: solo per farle un esempio, in un supermercato ho contato 18 prodotti lattiero caseari di ditte concorrenti, io capisco che in un momento di difficoltà fare la chiusura del mercato non vada bene specie per tutelare i rapporti di solidarietà con la vicina Italia, però il marchio sammarinese ha un valore aggiunto legato anche a una produzione che tiene conto della artigianalità, non si tratta di prodotti industriali e qui l’opinione pubblica andrebbe sensibilizzata. La scelta dei cittadini dovrebbe ricadere su prodotti locali non soltanto per spirito patriottico ma anche perché sono prodotti di qualità. Sarebbero molto utili anche interventi da parte delle istituzioni, diciamo anche noi no al protezionismo ma andrebbe trovata una soluzione che possa essere una via di mezzo e dar respiro alla produzione locale”.
Ci sarà modo di riprendersi da questa crisi?
“Io non so come potremo uscire da questa crisi, se il prezzo del latte calerà come è accaduto nella vicina Italia non so come le 5 aziende produttrici di latte potranno sopravvivere. C’è poi l’urgenza impellente di risolvere un grave problema finanziario che rischia di paralizzare la centrale del latte e qui davvero occorre trovare soluzioni immediate perché non si possono attendere i tempi canonici della Pa, altrimenti non sarebbe garantita la sopravvivenza”.
Olga Mattioli