I discendenti ed i congiunti delle persone che parteciparono, nel 1957, ai “Fatti di Rovereta”, plaudono al Consiglio Grande e Generale, il quale nella seduta del 21 luglio u.s. ha rigettato le Istanze d’Arengo n. 37 e n.38 con le quali si richiedeva rispettivamente di apporre, nel Palazzo Pubblico, una lapide “a perenne ignominia” di coloro che furono protagonisti dei citati fatti , e di approfondire lo studio nelle scuole superiori dei fatti medesimi, principalmente alla luce dei documenti americani desecretati.
E desiderano rivolgere un sentito ringraziamento allo stesso Consiglio per aver raggiunto la decisione con l’unanimità dei presenti, ed altresì per avere sottoscritto un ordine del giorno – anch’esso all’unanimità – grazie al quale si potrà intensificare la ricerca dei documenti e lo studio degli avvenimenti relativi a questo periodo storico.
Non ultimo, riconoscono al Consiglio medesimo l’assunzione di responsabilità nell’esprimere palesemente il voto finale, dando così massima prova di rispetto verso la Comunità.
I discendenti ed i congiunti dei protagonisti dei “fatti di Rovereta”.