San Marino. Poche vocazioni, i frati francescani pronti a lasciare il Titano

Chiesa-San_Francesco2-768x576Dopo una presenza di quasi 800 anni la comunità dei frati francescani si appresta a lasciare San Marino.
La notizia circolava negli ambienti ecclesiastici da qualche tempo ma oggi arriva la conferma di Padre Giancarlo Corsini, Ministro provinciale dei Frati minori conventuali delle Marche e responsabile anche della comunità di San Marino.
“L’ordine – racconta – sta ristrutturando la giurisdizioni dell’Italia centrale e sta valutando la chiusura di circa 15 conventi in questa zona”. Tra questi c’è appunto anche il convento sammarinese che però, precisa il religioso, non verrà chiuso definitivamente. “Stiamo valutando – continua – una chiusura temporanea a partire da ottobre, una sospensione della comunità”.

Oltre al legame affettivo di decine e decine di fedeli c’è anche un aspetto storico che rende l’addio particolarmente doloroso.
La comunità monastica che si rifà agli insegnamento di San Francesco d’Assisi infatti risiede sul Titano fin dalla seconda metà del 1200 quando creò un centro nella zona di Murata. Le fonti storiche raccontano che dopo circa un secolo la comunità decise di spostarsi perché la zona era poco sicura. Così si trasferirono all’interno delle mura della Città dove nel 1361 fondarono la chiesa e il convento che da allora sono ancora lì, una rarità per la storia sammarinese costellata di innumerevoli demolizioni di edifici storici per fare spazio a nuove strutture.
Non a caso quella di San Francesco è considerata una delle strutture più antiche della repubblica attualmente esistenti.

Ma quali sono i motivi dietro una scelta simile?
“La decisione – racconta ancora Padre Giancarlo – è dovuta principalmente a problemi di numeri”. Una carenza di vocazioni dunque che ha comportato la decisione di accorpare più comunità.
La scelta dell’Ordine riguarda anche la Toscana ad esempio dove, come riporta l’edizione online de Il Tirreno, già a marzo i frati hanno annunciato l’abbandono di 5 dei 9 conventi della regione tra la disperazione della comunità locale.
Sul Titano attualmente la comunità è composta da tre monaci (vedi foto) di cui uno anziano.
In realtà anche i responsabili di zona stanno cercando di evitare l’abbandono. “È un problema a cui stiamo lavorando – racconta ancora Padre Giancarlo – e in ogni caso vogliamo che la struttura rimanga come polo culturale”.
Accanto al museo già esistente infatti i religiosi puntano ad inserire il restauro/ampliamento dell’organo esistente ideato dal maestro organista Michelangelo Benedettini che dovrebbe venire realizzato da Pietro Corna, uno dei migliori organari italiani.
Il progetto, di cui abbiamo già parlato ampiamente nei mesi scorsi su queste pagine, prevede la creazione di uno strumento musicale unico rispetto al circondario. Dal punto di vista musicale si amplierà la musicalità dello strumento mentre dal punto di vista estetico verrà realizzata una nuova facciata. Il tutto verrà realizzato attraverso una raccolta fondi coordinata dallo Stato, che vede tra i protagonisti Asset Banca, aperta a tutti, privati cittadini e imprese, per trovare i circa 200 mila euro necessari.
Padre Giancarlo non nasconde come la realizzazione dell’opera sia importante anche per convincere l’Ordine a non abbandonare il Titano. “Il progetto rimane – spiega – ed è un segno forte di come noi non vogliamo lasciare San Marino”.
Per questo motivo il problema è arrivato fin nelle stanze della politica dove tra i più attivi per trovare una soluzione c’è il segretario di Stato alla Cultura Giuseppe Maria Morganti.

La Tribuna.sm