Riceviamo e pubblichiamo:
Gentile Redazione,
leggo in questi giorni le polemiche sollevate da alcuni proprietari immobiliari in merito all’emergenza abitativa e alla recente legge approvata il 22 aprile. E francamente, permettetemi di dirlo con le parole del grande Totò: “Ma mi facciano il piacere!”
Mi spiego meglio. Alcuni di coloro che oggi alzano la voce lamentando la carenza di parcheggi e la difficoltà per i cittadini di trovare casa, sono gli stessi che, nel passato non troppo lontano, hanno trasformato i loro garage in locali commerciali. Mi riferisco in particolare alla parte superiore di via Giacomini, dove più di un ex garage oggi ospita negozi o attività, grazie a cambi di destinazione d’uso che hanno generato affitti ben più redditizi.
E allora mi chiedo: davvero oggi possiamo accettare che proprio quei proprietari si mettano a pontificare sulle problematiche degli spazi pubblici o sull’emergenza abitativa, dopo aver contribuito in parte a svuotare l’offerta di posti auto e alloggi a uso abitativo?
È chiaro, non tutti i proprietari hanno agito così, ma che questa dinamica sia esistita è sotto gli occhi di tutti. E che oggi molti incassino affitti importanti da quegli spazi nati come autorimesse è un fatto.
Forse, prima di indignarsi per la nuova legge o per le iniziative che cercano di arginare la crisi, bisognerebbe fare un po’ di autocritica. E magari, recuperare quel senso di responsabilità collettiva che dovrebbe appartenere a chi vive e investe nel territorio.
Un attento lettore