San Marino. Politica: chi è er mejio fico der bigonzo? … di Alberto Forcellini

Miss Murple, la vecchietta dall’aria innocua e mansueta capace però di risolvere ogni mistero grazie alle sue straordinarie capacità di osservazione, diceva che di fronte a un delitto, sette testimoni diretti danno sempre sette versioni differenti. È ovvio, perché ciascuno di loro vede solo un parte della scena ed è convinto che lì risieda tutta la verità.

Figuriamoci dunque cosa può succedere in politica, specialmente in Consiglio, dove i testimoni diretti sono tanti e ciascuno di essi è convinto di essere er mejio fico der bigonzo, cioè di avere la verità in tasca. Ma la politica non è un romanzo, anche se a volte gli somiglia, e i cittadini hanno il desiderio e l’obbligo di capire.

Proviamo ad analizzare qualcuna delle affermazioni rilasciate in comma comunicazioni.

Il governo (quello attuale) ha detto delle cose in campagna elettorale e adesso ne fa delle altre. È vero, almeno in parte, perché il programma fu redatto in un momento in cui non si sapeva cosa sarebbe successo di lì a poco, è cioè il dilagare di un’epidemia mondiale. Che non è durata due mesi, ma è ripresa più virulenta di prima e, secondo gli esperti, andrà avanti ancora per parecchio, con molte altre modificazioni. Forse un altro anno. Giocoforza bisogna adeguare la politica, oltre che tutto il sistema sanitario, alla nuova emergenza, parandone i colpi giorno per giorno.

La mia è una vibrata protesta contro la decretazione d’urgenza, che non permette l’adeguato confronto in Consiglio. Ci scusiamo con il Consigliere Morganti se non sono le sue parole esatte, ma il senso ci sembra di aver capito che sia questo. Premesso che la decretazione, urgente o meno, è stato un vizio dilagante di almeno tre/quattro governi prima di questo e dell’ultimo in particolare che ha fatto circa 350 decreti in tre anni, contro una decina di leggi appena. A parte ciò, la decretazione d’urgenza potrebbe essere assimilata ai DPCM italiani, che poi devono comunque essere sostenuti da un decreto. Il quale è istantaneo, ma anche del tutto provvisorio, in quanto perde efficacia ab initio se il Consiglio non provvede alla sua ratifica. Va da sé che se un decreto sulle misure anti Covid viene superato dall’andamento del contagio, deve essere modificato, o annullato e sostituito da un altro più rispondente alle necessità del momento, a seconda del parere del Comitato Scientifico. Per questo, quando un decreto arriva in Consiglio, può essere già stato modificato o cancellato, o superato da un altro testo. Non è per fare un dispetto all’opposizione che ciò avviene: lo capiscono tutti.

La seconda ondata è stata gestita in maniera deficitaria, senza alcuna lungimiranza. Certo è che di fronte agli ammalati gravi e ai morti, sembra irriverente dire: mal comune mezzo gaudio. Ma è quello che è successo in tutta Europa e ancora più in America: la seconda ondata ha preso tutti un po’ di sorpresa per la sua gravità ed estensione. Ciò nonostante San Marino è riuscito a rispondere alle urgenze sanitarie, senza chiudere tutto come era successo nella prima fase. Si poteva fare meglio? Probabilmente sì, ma alzi la mano chi è davvero in grado di farlo.

Il debito pubblico: dopo un anno è finito il tempo delle scuse, vi dovete prendere le vostre responsabilità. Forse questa è la frase più tenera delle opposizioni contro il governo. Si è sentito dire anche che il debito non esiste e che sarà questo governo a farlo. Sembra di sognare! Eppure le cronache non sono state ancora cancellate quando raccontavano del bilancio fallimentare di Carisp portato direttamente nel bilancio dello Stato, quando si depredavano i fondi pensione, quando fiumi di soldi se ne andavano fuori confine, quando si faceva la patrimoniale per rimediare un po’ di liquidità per stipendi e pensioni. Ai primi di gennaio questa era la situazione (pallidamente descritta) e non è stato per niente facile rimediare i soldi per gestire il Covid. È proprio vero quello dice Matteo Ciacci: qualcuno si deve prendere delle responsabilità.

Chi ascolta per radio i lavori del Consiglio ha solo due possibilità: arrabbiarsi o fatalisticamente accettare quello che c’è. Come fece Donatella Pasquali Zingone, moglie dell’ex ministro Lamberto Dini. Lei, bella donna, imprenditrice di successo, oltre che molto ricca. Lui importante, grande economista, ai vertici della carriera politica, ma sicuramente non un Adone. A un giornalista che chiedeva a Donatella come e perché avesse scelto Lamberto, lei rispose candidamente in romanesco: era er er mejio fico der bigonzo. Le signore sammarinesi sono più fortunate, possono scegliere tra Renzi, Zafferani, Pedini Amati: chi è er mejio fico der bigonzo?

a/f