San Marino. Politica. Dalla Dc un rompete le righe, mascherato. Ma attenzione! … di Marco Severini

Marco Severini, direttore GiornaleSM

Giorni movimentati in Via delle Scalette.

Ecco cosa si legge nel comunicato stampa della Democrazia Cristiana di ieri pomeriggio:

La Direzione (…) valuta quanto mai urgente chiarire se vi siano ancora reali condizioni per proseguire questa legislatura, o sia più utile al Paese concludere questa esperienza ordinatamente, per eleggere una nuova maggioranza ed un nuovo governo, creando migliore governabilità ed efficacia, anche in vista dell’attuazione dell’Accordo di Associazione all’Unione Europea.   

Ed ancora: La Direzione dà mandato di formare le delegazioni per gli incontri da programmare per questa settimana con i partiti di maggioranza, e per la prossima settimana con tutti i partiti di opposizione, al fine di definire alcuni passaggi condivisi per giungere al termine della legislatura e valutare quali siano i punti programmatici prioritari per le singole forze politiche, sui quali potersi confrontare anche per il futuro.”

E’ un indubbiamente un rompete le righe mascherato. Nessun dubbio. 

Il comunicato stampa è relativo alla riunione della Direzione DC del giorno precedente il caso Berti/Alleanza Riformista sollevato dal consigliere Zeppa. Quindi non è successivo a quanto accaduto o scritto in risposta a quegli eventi. In sostanza non è derivato da quello ma è probabilmente scaturito dal fatto che anche la Dc vuol andare alle elezioni e non riesce più a gestire una situazione oramai arrivata al limite. Obiettivo questo, oltre a quello dell’Europa, ribadito anche nel Consiglio Centrale di ieri sera.

Ieri le vicende relative al caso Berti/Alleanza Riformista hanno scatenato un’ondata di dibattiti e tensioni all’interno della Democrazia Cristiana. Questa situazione si inserisce in un contesto particolare, caratterizzato da uno stile democristiano, propriamente del segretario politico Gian Carlo Venturini, che ha sempre cercato di mantenere il silenzio e stare lontano dai riflettori dei gossip e della stampa sensazionalista.

Però nelle riunioni interne in Via delle Scalette, il dibattito si infiamma.

Ci sono figure come il segretario al lavoro, Teodoro Lonfernini, e il presidente della DC, Pasquale Valentini, che si oppongono fermamente all’idea di formare una coalizione con l’aggregazione di sinistra, Motus ed Alleanza Riformista.

Lonfernini e Valentini propenderebbero per un’avvicinamento a Repubblica Futura, e sorprendentemente anche a Domani Motus-Liberi, nonostante le storiche difficoltà di collaborazione in questo governo. Manco a dirlo Alleanza Riformista sarebbe fuori, in quanto i suoi leader si sono sempre battuti contro quanto sta venendo fuori in Tribunale.

All’interno del partito di Via delle Scalette, ci sono forti voci di dissenso, sia dalla base che da alcuni leader eccellenti della DC, riguardo una possibile alleanza con Repubblica Futura.

Questa preoccupazione nasce dal fatto che alcuni membri di Repubblica Futura non hanno mai nascosto o smentito quanto emerso nei fascicoli del tribunale ovvero le telefonate con Alberto Buriani, giudice già condannato in primo grado e in attesa di appello. La preoccupazione di molti democristiani è che un’alleanza del genere potrebbe essere percepita come un ‘abbraccio mortale’, portando a una inesorabile sconfitta nelle imminenti elezioni politiche.

Parallelamente, si valuta la possibilità di un’alleanza con Rete, in particolare se questa dovesse essere necessaria per formare un governo a seguito delle elezioni. Un’alleanza DC, Alleanza Riformista e Rete potrebbe quindi essere una probabile strategia, specie se l’aggregazione di sinistra – composta da Libera, Ps e Psd – dovesse rompere definitivamente con la Dc e soprattutto con il suo alleato principe Alleanza Riformista che potrebbe essere immolato su richiesta della coalizione/lista aggregazione riformista-socialista. Ovviamente c’è da tenere bene in considerazione l’incertezza sull’esito del voto di una nuova formazione come Alleanza Riformista e l’inesorabile flessione elettorale più o meno copiosa di Dc e Rete.

Quindi la Democrazia Cristiana, non essendo più centro delle dinamiche politiche, si trova di fronte a un bivio critico. La potenziale rottura dell’alleanza con Ps, PSD e Libera potrebbe infatti innescare una svolta dirompente nel panorama politico. Il vero rischio per il partito di Via delle Scalette deriva dalla possibilità che la coalizione socialista-riformista, priva dell’accordo con la Democrazia Cristiana, possa raccogliere, in prospettiva anti-Dc, un numero maggiore di voti nelle prossime elezioni dandole addirittura la maggioranza relativa. Questo scenario darebbe alla coalizione socialista-riformista il mandato necessario per formare il nuovo governo, lasciando la Democrazia Cristiana in una posizione di minoranza e potenzialmente all’opposizione.

Un eventuale deterioramento delle relazioni tra i partiti potrebbe portare a nuove dinamiche nel panorama governativo. In particolare, l’aggregazione di sinistra, di fronte a un cambio nei rapporti attuali (allenza con Dc, Ar e Motus), potrebbe considerare l’opportunità di coinvolgere sia Domani Motus-Liberi magari allargato ad un movimento liberale, sia Demos che la parte di sinistra di Rete nella formazione di un futuro esecutivo. Inoltre, non è da escludere che, a seconda dell’esito delle elezioni, anche la Democrazia Cristiana potrebbe essere chiamata a far parte di questa nuova configurazione governativa qualora i numeri non bastassero e si volesse semplificare al massimo la coalizione di governo.

Di certo la coalizione o lista Libera, PSD e PS sta assumendo quella centralità della politica che non aveva da molto tempo.

Ma la domanda fondamentale rimane sempre la stessa: ci saranno elezioni e, in caso affermativo, quando si terranno? La risposta potrebbe essere influenzata dall’eventuale presentazione di un referendum sull’associazione all’Europa, peraltro già criticata sia dai cittadini che da alcuni associazioni di categoria.

 

Marco Severini – direttore del GiornaleSM