San Marino. Politica in fibrillazione: le correnti del Psd possono portare a scenari clamorosi

san marinoSono giorni incandescenti per la politica sammarinese, l’aria è molto pesante, martedì si riunisce l’esecutivo del Partito socialista, il giorno successivo è il turno dell’esecutivo del Psd, mentre il 16 toccherà al Consiglio Centrale della Dc come riporta Rtv. C’è aria di campagna elettorale, ma il gioco di alleanze, ancora tutto da definire, rende l’ipotesi delle elezioni anticipate temibile per la maggior parte dei partiti.

La Dc è alle prese con una lotta interna: Lonfernini e Mussoni chiedono alla luce dell’avvio del processo Conto Mazzini, della decisione del Pdcs di costituirsi parte civile e delle vicende relative alla questione morale, di anticipare la celebrazione del congresso generale del partito ai primi mesi del 2016. Inoltre i rapporti con alcuni movimenti di maggioranza in particolare con Alleanza Popolare non sono dei migliori, soprattutto dopo la questione Cassa di Risparmio. La Democrazia Cristiana ha lanciato l’ultimatum ai suoi alleati. L’agenda posta al vaglio ad Ap e Psd va verso la direzione di quest’ultimo partito: Europa, Igc e mercato del lavoro sono i temi che in via delle Scalette vorrebbero portare avanti, tutti argomenti che si sa sono affini al Psd. Così facendo la Dc proverà a tenere a bada i malumori che stanno sorgendo da una parte del secondo partito di maggioranza, anche se Marina Lazzarini sentita dalla Dire ha affermato che “con questa maggioranza vogliamo andare avanti e sono sicura che dalla direzione di mercoledì uscirà una deliberazione in questo senso”.

Quel che è certo è che da parte del Psd ormai ci sono due correnti: una capeggiata da Gerardo Giovagnoli che è più propenso a continuare il rapporto con la Democrazia cristiana e aggregare il Partito Socialista, l’altra invece è definita “i democratici” quelli che stanno o che vogliono provare a formare un’alternativa, stiamo parlando di Guerrino Zanotti, Vladimiro Selva e Enrico Carattoni. I democratici vorrebbero costruire un nuovo blocco politico coinvolgendo Sinistra Unita, il nuovo progetto #RepubblicaFutura e magari anche Civico 10.

Anche all’interno del Ps ci sono vedute contrastanti: da un lato c’è Simone Celli che vorrebbe – come ci ha detto in una nostra intervista – unire l’area riformista con Psd e Su, dall’altro c’è chi sostiene il rapporto con la maggioranza per risolvere i problemi critici del Paese.

E i movimenti? Civico 10 e Rete stanno alla finestra, da loro sembra dipenda tanto, se dovessero trovare un accordo per le prossime elezioni, imminenti o meno, potrebbero trainare la società civile e quella parte politica senza scheletri nell’armadio – condizione imprescindibile del movimento di Ciavatta. Il rapporto tra Rete, Lazzari e Pedini Amati è senza dubbio molto importante. Chissà se ci potrà essere una coalizione in questo senso? Con Civico 10 e Rete trascinatori di un percorso per un progetto alternativo alla Dc?

Da ricordare anche che la coalizione Cittadinanza Attiva è ancora molto attiva e quindi in questo progetto ci potrebbe stare bene anche Sinistra Unita. Ricapitolando C10, Rete e forse anche il partito di Margiotta. Sembra fantasia o utopia pura, però i due movimenti insieme sono riusciti a vincere tante battaglie (da ricordare il referendum sulla libera professione), la maggioranza trema all’idea di veder un progetto vero con questi due movimenti in primo piano. Tutto però lascia presagire che prima di “staccare la spina” a questo governo bisognerà aspettare di avere qualche certezza in più sulla creazione di questa “fantomatica” alternativa. Insomma, a breve si aprirà una fase molto delicata che definirà l’assetto politico futuro. La Serenissima