Del polo mussale progettato dal celebre architetto giapponese Tadao Ando si è discusso molto in questi anni. L’ultima volta è avvenuto nel Consiglio di aprile di quest’anno quando il governo ha portato in seconda lettura la “legge di spesa pluriennale per la realizzazione di infrastrutture e opere pubbliche”.
I famosi 30 milioni di euro che lo Stato chiede in prestito con l’obiettivo di far ripartire l’economia edile.
Durante il dibattito il segretario Mularoni presentò un piano di sviluppo in cui compariva anche il polo di Ando. Non più il mastodontico progetto iniziale come ipotizzato dall’archistar giapponese, ma più contenuto e sviluppato su aree già esistenti.
Ecco, a metà maggio è arrivato lo stanziamento da parte del Congresso di Stato dei 260 mila euro per realizzare il nuovo progetto, già previsti all’interno del bilancio dell’Aaslp. Come spiega la delibera, pubblicata poco fa, beneficiari del denaro pubblico sono lo studio di progettazione giapponese Tadao Ando Architect & Associates, la società Equilibri Srl e la società Antao Progetti Spa.
Ma come sarà il nuovo polo? Fisicamente è ancora presto per dirlo ma quel che è certo è che sarà dislocato su più aree.
Occuperà infatti il giardino dei Liburni, le logge dei balestrieri – dove in queste settimane sono già all’opera le ruspe – le cisterne del Pianello e l’edificio della Cassa di Risparmio fino a ricollegarsi al Museo di Stato. Si creerebbe così uno spazio molto ampio ma le infrastrutture sarebbero quelle esistenti, riducendo così l’impatto architettonico all’interno del centro storico patrimonio mondiale dell’Unesco.
I 260 mila euro stanziati serviranno solo per la prima fase, ovvero la progettazione. Per la realizzazione vera e proprio il governo ha stimato che servano circa 10/12 milioni di euro. Soldi che, nel documento portato in Consiglio, si conta di reperire da investitori privati.
Davide Giardi, La Tribuna