Noi, cittadini sammarinesi, non ci vogliamo bene e non vogliamo bene neppure alla nostra Repubblica. Non siamo capaci di alzare la testa di fronte al “dispotismo democratico” che sgoverna il Paese, alle ruberie, all’intreccio tra politica e affari, ad un governo che è il ventriloquo della cricca, ricca, prepotente, cinica, che vuole prendersi tutto. Non ci diamo da fare per ricercare le nostre radici e il senso di appartenenza ad una piccola, ma un tempo onorata entità statuale. Non ci impegnamo per conquistare lo stato di diritto, le libertà civili e la democrazia diretta, per l’ammodernamento dell’apparato economico e amministrativo, per mettere al centro della politica la formazione, l’innovazione e il lavoro. Accettiamo in modo servile il rapido passaggio dalla politica al poltronismo in un sistema in disfacimento, e al prevalere dell’egoismo, dell’opportunismo e del trasformismo che distruggono i valori comunitari. Invece di cambiare il sistema, il personale politico e le strutture partitiche che ci hanno portato sull’orlo del baratro, se non addirittura dentro, aspettiamo opportunisticamente che faccia pulizia la Magistratura. Ma, senza un movimento di popolo che si batte per una nuova San Marino; senza l’energia collettiva che può guidare i cittadini verso una alternativa democratica, senza l’impegno diretto delle persone oneste a sostegno della “giustizia giusta”, della moralità, dei valori sociali e della comunità del lavoro, non si riesce a togliere la grande quantità di polvere che governanti infedeli hanno messo sotto il tappeto.
Un nuovo ruolo dei cittadini è fondamentale.
Emilio Della Balda