San Marino. Presentato “Il volto del Montefeltro”, il libro di Mordini che apre una nuova pagina di legami e di amicizia tra tutte le comunità di questo immenso territorio

Un pittore tra i più famosi del Rinascimento, un condottiero che con le sue battaglie ridisegnò la mappa politica dell’Italia nella seconda metà del XV secolo, un quadro che ha scritto uno dei capitoli più importanti della storia dell’arte, e un libro che racconta tutte queste cose. Ma soprattutto narra di un territorio, che non è una regione, né una provincia, ma è una ripartizione di terre formatasi già in epoca romana e che oggi abbraccia due Regioni (Marche e Romagna) e uno Stato (San Marino) toccando i confini del Ducato di Urbino; comprende due provincie, tre fiumi e le rispettive vallate, nonché un lungo elenco di Comuni. 

C’è tutto questo nel libro: “Il volto del Montefeltro” dell’architetto Nicola Mordini, presentato nella giornata di lunedì 24 marzo alla Reggenza in udienza speciale, insieme a quattro rappresentanti di altrettanti Comuni limitrofi. Un’iniziativa voluta e predisposta dal Segretario al Territorio Matteo Ciacci proprio perché il volume prende spunto dal dittico “I duchi di Urbino Federico da Montefeltro e Battista Sforza” di Piero della Francesca” per parlare del paesaggio montefeltresco e di tutto quello che esso, anche oggi, rappresenta in termini culturali, storici, turistici ed economici. 

Nel 1472 Federico da Montefeltro, all’apice del potere, potentissimo alleato del Papa, dopo aver sconfitto Sigismondo Pandolfo Malatesta, commissionò a Piero della Francesca, maestro dell’armonia e del geometrismo, il ritratto suo e della moglie Battista Sforza. Due profili legati insieme dalla luce armoniosa e dall’unità spaziale del paesaggio che fa da sfondo. “Se sovrapponiamo il dipinto con la mappa del territorio del Montefeltro – ha spiegato l’architetto in conferenza stampa – vediamo che le località dipinte, collimano con Pennabilli, Carpegna nella località Cantoniera, Urbino e San Leo”. Non solo, ma una particolarità finora non colta da alcuno, ha colpito profondamente lo studioso: i cinque nei sul viso di Federico, che corrispondono alla perfezione alla mappa di Pesaro. 

Ecco dunque che il paesaggio che fa da sfondo ai due ritratti, non è più un semplice riempitivo, ma una vera e propria manifestazione del potere e delle conquiste del committente. In definitiva, il lavoro di ricerca e di studio proposto da Mordini ci avvicina ad una lettura profonda e molto significativa di uno dei maggiori capolavori dell’arte rinascimentale, ma ancor di più spinge alla riscoperta di luoghi dove l’antica comunanza di tradizioni e di cultura supera gli attuali confini amministrativi. 

Non a caso, il Segretario Ciacci ha voluto invitare, per la presentazione del libro alla Reggenza, i rappresentanti dei Comuni circonvicini: Pietro Rossi, sindaco di Montecopiolo e presidente dell’Unione dei Comuni della Valmarecchia; Giuliana Lucarini, assessore del Comune di Pennabilli; Leonardo Billi, sindaco di San Leo; Giulia Volponi, assessore del Comune di Urbino. Per tutti loro, i ringraziamenti non sono stati una semplice formalità rituale, ma la riaffermazione di un sistema di rapporti e di sinergie antichi nel tempo, ma in continuo divenire in funzione dell’evoluzione che ciascuna comunità registra nei commerci, nel turismo, nella cultura e nella tutela ambientale. Ma soprattutto nella costante valorizzazione della cornice unica e straordinaria del Montefeltro. 

“Sono territori sempre presenti anche nella nostra realtà – ha evidenziato il SDS Ciacci – e questo libro è per tutti noi un’occasione di stimolo anche sui tanti dossier aperti”. 

Con gli occhi disincantati di oggi, sembra quasi incredibile che elementi e personaggi di oltre 500 anni fa possano affiorare in una realtà così evidente e così profonda, rimasta finora quasi indecifrabile nelle pennellate del dipinto. Narrano le cronache che, in quel periodo, il duca Federico si fosse ritirato a Montecopiolo e di qui avesse scritto una lettera ai Capitani Reggenti di allora, tuttora conservata nell’Archivio di Stato, dove riaffermava i sensi dell’amicizia tra i due territori. Vale la pena di ricordare che tutto ciò succedeva a circa una decina di anni dai famosi “Patti di Fossombrone” attraverso i quali venivano concessi alla Repubblica i territori di Serravalle, Faetano, Montegiardino e Fiorentino, a seguito della vittoria su Sigismondo Malatesta. Una guerra che San Marino aveva combattuto alleandosi col Papa e con Federico da Montefeltro appunto, che comunque era sempre stato protettore del Titano contro lo strapotere e l’invadenza dei signori di Rimini. E giustamente, oggi, San Marino continua a tributargli omaggio.