Con buona pace di temi certamente piu? stringenti per le sorti del Paese quali finanza e politica estera, a “tirare” in questi giorni sono i preservativi, o meglio l’istanza d’Arengo approvata di recente dal Consiglio Grande e Generale, attraverso la quale verranno installati distributori degli stessi nelle sedi delle scuole superiori. In tanti, dopo il lancio del nostro sondaggio sul sito www.latribuna.sm, sollecitano una presa di posizione.
Vediamo allora di affrontare la questione da un punto di vista laico e possibilmente razionale. Diciamo subito che di problemi in Repubblica ce ne sono molti, moltissimi. E questi distributori automatici nella classifica dei nostri pensieri si trovano tra il duecentotredicesimo e il duecentoquattordicesimo posto. Fatta questa doverosa premessa, visto che comunque ormai l’istanza e? stata approvata, troviamo fuori luogo tutto il nugolo di polemiche che ne sono scaturite. Anche se i detrattori un pizzico di ragione ce l’hanno.
Innanzitutto dal punto di vista della Chiesa e dei suoi rappresentanti e? del tutto legittimo criticare la decisione del parlamento. La Chiesa e? ideologicamente contro l’uso dei preservativi: come si puo? dunque pensare che possa accettare che vengano venduti/distribuiti nelle scuole? L’assunto e? semplice: se io sono a dieta e? piu? facile che cada in tentazione se nel freezer so di avere dei gelati. Pero? e? evidente che stiamo parlando d’altro.
Di sessualita? e dei nostri giovani. E sta proprio qui la critica piu? grande – una critica costruttiva – che ci sentiamo di fare a chi ha approvato tale istanza. Nella richiesta dei firmatari si fa ri- ferimento in maniera blanda a una “maturazione di una cultura della sessualita? consapevole e respon- sabile dell’individuo”. E’ questo il punto focale. Mettere due o tre distributori di condom cosi?, senza prevedere lezioni di educazione sessuale o momenti di formazione, appare piu? “propaganda” che altro.
Ecco, questa potrebbe al contrario diventare l’occasione per parlare seriamente con i ragazzi di argomenti che non possono e non devono essere tabu?. Un compito forse questo che dovrebbe riguardare piu? i genitori che gli insegnanti. Tuttavia dedicare delle ore a malattie che fanno ancora paura anche se se ne parla troppo poco quali l’Aids, non sarebbe tempo sprecato. Ne? lo sarebbe affiancare degli psicologi agli insegnanti per discutere di sessualita?. Inutile nascondersi dietro un dito: l’eta? del primo rapporto sessuale si e? abbassata.
Il “protezionismo” o il non parlarne non cambia le cose. Meglio allora affrontare l’argomento a viso aperto e spiegare ai nostri figli eventuali rischi e dare loro consigli. Installare qualche macchinetta o limitarsi a contestare la decisione del Consiglio sono due posizioni a nostro parere del tutto simili: entrambe prevedono di nascondere la testa sotto la sabbia.
David Oddone, La Tribuna