Banca Centrale deve essere autonoma e indipendente dalla politica. È questo il punto su cui ha cercato di puntare maggiormente l’attenzione il presidente di Bcsm, Renato Clarizia, che, con a fianco il direttore generale Mario Giannini (nella foto) e i segretari di Stato alle Finanze e agli Esteri (Claudio Felici e Pasquale Valentini) ha incontrato la stampa al termine dell’assemblea dei soci che ha approvato il bilancio 2013 dell’ente di vigilanza (che chiude con un utile netto di circa 290 mila euro).
Una conferenza in cui ha esordito precisando due questioni spinose a cominciare dalla polemica scaturita sui “premi di rendimento” da 300mila euro lordi, a 15 funzionari (di cui 4 però dell’Agenzia di Informazione Finanziaria). A Clarizia e Giannini non è piaciuto il polverone sollevato attorno ai premi di rendimento e nemmeno la petizione online per il loro ritiro. Si tratta, ribadisce il presidente Bcsm, di una “componente della retribuzione prevista dal contratto del 2005”, che è ora oggetto di rinnovo. C’è infatti “una griglia di valutazione da insufficiente a ottimo per i dipendenti, con relativa quantificazione salariale”. Dunque non è stato il consiglio direttivo a decidere e “tutti i funzionari premiati hanno lavorato in maniera egregia”. Critici sono stati in particolare modo i partiti, anche quelli di maggioranza. Clarizia ammette qualche problema di comunicazione, ma sottolinea anche che “fino a qualche anno fa era forte il cordone con la politica, ma ora non ci possono essere ingerenze”. (..) San Marino Oggi