Le scrivo nelle vesti di avvocato di Pier Marino Menicucci, il cui nome compare nell’articolo apparso nel numero di sabato scorso in relazione a “Massoneria deviata e presunti collegamenti con San Marino”.
Premetto subito che questa mia non ha alcun intento di rettifica, ma di semplice contributo di chiarezza su quella vicenda – strampalata – che, nel Vostro resoconto, riassumete con grande onestà intellettuale.
Qualche tempo fa sono stato contattato dalla collega di difesa dell’ex ministro Claudio Scajola nel Processo “Breakfast” in corso a Reggio Calabria la quale, sapendo essere io il legale che assiste Pier Marino Menicucci in altre vicende, mi chiedeva lumi sull’ipotetico ruolo che poteva aver avuto costui nei confusi fatti riferiti da un collaboratore di giustizia.
Per il mio tramite, Pier Marino Menicucci ha già precisato a lei, e ora lo riprecisa volentieri al vostro giornale, di non conoscere nulla delle vicende narrate, di non aver mai avuto contatti con la Massoneria, di non averne mai fatto parte e, tantomeno, partecipato a fantomatici riti di iniziazione.
Aggiungo che, come è parso doveroso, è stata data la piena disponibilità, se ritenuto necessario od opportuno, a confermare ciò per il tramite della rogatoria internazionale, fornendo ogni altro chiarimento che il giudice di merito di quel processo ritenesse di utilità.
Ringrazio anticipatamente per lo spazio che vorrà essere accordato a questa breve nota che – come Ella avrà certamente colto, gentile Direttore – è unicamente dettata dalla delicatezza, per il mio assistito, delle bizzarre circostanze in cui viene tirato in ballo.
Con stima.
Avv. Maurizio Simoncini su Repubblica Sm