La testimonianza sotto giuramento di ieri pomeriggio, in una delle numerose udienze del Caso Titoli (pp.500/17), dell’ex Segretario di Stato alle Finanze di San Marino Simone Celli sui presunti rapporti tra il finanziere Francesco Confuorti – imputato nel Caso Titoli – ed il presidente della Democrazia Cristiana Sammarinese Pasquale Valentini, presidente della Commissione Antimafia e contro le infiltrazioni della criminalità organizzata a San Marino destano dubbi ed apprensione.
Tenendo presente che il dott. Confuorti, considerato il ”Deus ex machina” degli ultimi anni come ha detto ieri il suo avvocato, è coinvolto in questioni giudiziarie complesse e la presunta vicinanza con Valentini, a capo di un importantissimo organo istituzionale preposto alla lotta contro la criminalità organizzata, solleva una serie di questioni che meritano un’analisi approfondita e un intervento deciso.
Queste preoccupazioni non riguardano solo la natura delle presunte relazioni tra Confuorti e Valentini, ma anche le possibili potenziali implicazioni che queste potrebbero avere sulla credibilità e l’efficacia della Commissione Antimafia stessa.
Confuorti è una figura molto nota a San Marino, principalmente per il suo coinvolgimento in varie indagini giudiziarie relative alla ragnatela dei procedimenti tutti afferenti il Caso del default dell’allora Banca Cis di Marino Grandoni e Daniele Guidi.
Viste le prime prove raccolte, come la mail inviata da Valentini a Confuorti – descritta nell’articolo di cronaca di Rtv dell’altro ieri, e la testimonianza di ieri dell’ex Segretario di Stato Simone Celli, ove ha specificato esserci una vicinanza tra i due, è essenziale che una commissione d’indagine venga predisposta o un procedimento penale sia aperto per esaminare la situazione con urgenza e trasparenza.
Queste dovrebbero avere il compito di investigare l’ampiezza e la natura delle presunte interazioni tra Confuorti e Valentini, valutando qualsiasi potenziale conflitto di interesse o influenza impropria.
Parallelamente è fondamentale che Valentini abbia l’opportunità di chiarire pubblicamente la sua posizione e le sue presunte interazioni con Confuorti.
La trasparenza completa in questo contesto è importante per mantenere la fiducia pubblica nelle istituzioni e nelle loro capacità di operare senza illegali influenze esterne inappropriate, specialmente in un settore delicato come la lotta alla criminalità organizzata, perchè ogni ombra di dubbio potrebbe minare gli sforzi nella lotta contro il crimine organizzato.
Un’azione tempestiva e approfondita del tribunale contribuirà non solo a risolvere le preoccupazioni attuali, ma servirà anche come deterrente per prevenire situazioni simili in futuro viste le gravissime dichiarazioni, sotto giuramento, dell’ex Segretario Simone Celli.
La Commissione Antimafia deve rimanere un pilastro di imparzialità e rigore, immune da ogni forma di influenza esterna che possa comprometterne l’efficacia.
Marco Severini – direttore GiornaleSM
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