San Marino. Prezzi sull’altalena dell’inflazione e dei rincari energetici, per fortuna comincia la stagione dei saldi … di Alberto Forcellini

Il 2023 apre con il prezzo della luce in calo: speranza per il nuovo anno? La notizia era arrivata ai cittadini italiani negli ultimi giorni di dicembre. In particolare, per il prossimo trimestre (gennaio – marzo) il prezzo della bolletta sarà del – 19% rispetto al trimestre appena trascorso.

Nuovi aumenti invece sono previsti per il gas. Le famiglie hanno speso mediamente 1.866 euro in più. Arera spiega che in un anno la bolletta è aumentata del 64,8%. Con il nuovo aggiornamento, le famiglie andranno a spendere 2.113 euro in più.  Ma le cattive notizie non sono finite: dopo il taglio dello sconto effettuato dalla finanziaria italiana, la benzina vola fino a 2 euro al litro. Al self resta poco sotto. Sui social impazza la caccia al prezzo perché in alcuni distributori il costo va ben oltre i 2 euro. In questo c’entrano la geopolitica e le speculazioni internazionali, ma c’entra soprattutto la politica italiana perché la maggiore spesa è legata solo al rialzo delle accise.

A San Marino, rispetto all’Italia, c’è una differenza di circa 30 centesimi in meno al litro. Si tratta però di un vantaggio temporaneo, derivante dal decreto delegato 156, emanato il 28 novembre 2022. Nello specifico, la norma ribassava di 15 centesimi le aliquote dell’imposta speciale sulle importazioni di benzina e gasolio, con validità fino al 1° febbraio 2023. In quel momento si tornerà alle precedenti disposizioni di legge. A meno che il Congresso di Stato decida diversamente.

Per chi se lo fosse dimenticato, dall’inizio dell’anno nuovo cambia anche la scontistica SMAC, che viene abbassata di 5 centesimi per ogni litro di carburante. Quindi ci saranno solo 10 centesimi di sconto invece di 15.

In questo vortice di rincari, aumentano anche i pedaggi, le assicurazioni, il carrello della spesa, le sigarette, i trasporti urbani, i mutui: viene francamente da chiedersi dove si andrà a finire.  Allargando lo sguardo allo scenario mondiale, per il 2023 si prevede la recessione ma l’andamento dei mercati migliorerà. Secondo Antonio Cesarano, chief global strategist di Intermonte, l’arretramento dell’economia spingerà le banche centrali ad allentare la stretta monetaria, il che favorirà i listini. La crisi energetica in Europa, la guerra in Ucraina e la ripresa della Cina, rimangono comunque tra le maggiori incognite. E tra queste anche il Covid.

Insomma, tutti fattori che non scompariranno ma che ci porteremo dietro anche per l’anno appena cominciato, con qualche spiraglio di miglioramento per il secondo semestre. Per fortuna mentre l’andamento del turismo natalizio ha registrato record impensabili, sconfessando le previsioni e offrendo un’ottima spinta all’economia e ai consumi.

Inoltre, appena terminato lo shopping natalizio, è già tempo di saldi invernali. In alcune regioni sono cominciati dal 2 gennaio, si procede progressivamente per tutte le regioni nei prossimi giorni. Dalle prime rilevazioni sembra che sia i clienti sia i commercianti siano contenti. Questo vuol dire che la gente si muove e che il denaro circola. E anche San Marino l’appuntamento con i prezzi ribassati è appena cominciato.

Un fattore importante di riflessione è che tra inflazione, regali di Natale, vacanze e saldi, si svuotano i salvadanai. Il risparmio degli italiani, dopo quasi tre anni di crescita costante, inverte la tendenza alla crescita e fa segnare una riduzione di oltre 50 miliardi di euro.

Così emerge da un’analisi del Centro studi di Unimpresa secondo cui l’onda lunga della crisi economica causata dalla pandemia, l’aumento delle bollette energetiche e, soprattutto, l’erosione operata dall’inflazione, si fanno sentire sui risparmi di aziende e cittadini. Nel dettaglio si tratta di una diminuzione del 2,4% in appena tre mesi: a luglio, infatti, l’ammontare delle riserve delle famiglie e delle imprese depositate nelle banche era a quota 2.097 miliardi, mentre a ottobre è calato a 2.047 miliardi.

Il deflusso improvviso, dice l’analisi, potrebbe avere qualche ripercussione sulla raccolta degli istituti di credito, perché potrebbe diventare più costosa, e, quindi, in prospettiva, taluni effetti negativi sugli impieghi, in particolare sui tassi di interesse praticati sui prestiti concessi alla clientela.

a/f