San Marino: prima di tassare, bisogna tagliare gli sprechi…di Nicola Selva

Con l’avvicinamento all’Unione Europea l’aumento dell’IGR rischia di essere solo l’inizio, per tentare di uniformarsi ai regimi fiscali più gravosi europei”

Non si può chiedere più tasse senza prima ridurre una spesa pubblica. Prima di discutere di nuove imposte, il Governo dovrebbe dare il buon esempio: spendere meno e meglio. Non è accettabile chiedere ulteriori sacrifici a cittadini, lavoratori e piccole imprese mentre lo Stato continua a utilizzare in modo poco efficiente le risorse pubbliche.

Negli ultimi anni i conti della Repubblica si sono progressivamente deteriorati. Invece di una vera razionalizzazione della spesa, si è assistito all’espansione della macchina pubblica: creazione di nuovi dipartimenti, oltre 400 assunzioni nella Pubblica Amministrazione, consulenze troppo onerose, progetti costosi rimasti sulla carta, trasferte istituzionali sempre più frequenti e dispendiose. Sommando queste voci, negli ultimi quattro anni si arriva a circa 20 milioni di euro: esattamente quanto oggi il Governo chiede ai contribuenti per finanziare nuovi investimenti.

Ancora una volta, sono i lavoratori, le famiglie e soprattutto il settore privato a dover sostenere il costo delle decisioni pubbliche, mentre sarebbe necessario partire da una revisione seria della spesa statale. Senza il sostegno reale e il rispetto per il settore produttivo, nessuna riforma potrà essere efficace o credibile.

Di fatto, questa riforma sembra fatta più per sostenere la Pubblica Amministrazione che per migliorare davvero il Paese, scaricando il peso sulle spalle dei contribuenti. Ma così non si può andare avanti. È comprensibile che i cittadini siano poco propensi ad accettare ulteriori sacrifici.

Inoltre, il Governo continua a sostenere che il bilancio dello Stato sia in ordine. Ma se davvero i conti sono stabili, perché insistere sull’aumento della pressione fiscale? La contraddizione è evidente.

La priorità deve essere una profonda revisione della spesa pubblica, con l’obiettivo di eliminare gli sprechi e valorizzare al meglio le risorse disponibili. Solo dopo si potrà aprire un confronto serio su una riforma fiscale. Una gestione più sobria e responsabile può persino permettere di ridurre le tasse: il prelievo fiscale deve riflettere esclusivamente le spese realmente necessarie per garantire i servizi pubblici.

Inoltre, occorre grande attenzione in vista dei prossimi passi verso un maggiore avvicinamento all’Unione Europea. L’aumento dell’IGR rischia di essere solo l’inizio, la tentazione di uniformarsi ai regimi fiscali più gravosi europei potrebbe portare a ulteriori sacrifici e a una perdita di competitività per il nostro sistema economico.

Se lo Stato fosse in grado di ridurre la spesa, potrebbe così destinare risorse e incentivi al settore privato, che è il vero motore della nostra economia. Solo scegliendo questa direzione San Marino potrà riconquistare credibilità, fiducia e sostenibilità, offrendo nuove opportunità ai cittadini e alle imprese.
Nicola Selva

Nicola Selva