La prima udienza del processo per la morte di Michael Antonelli, una promessa del ciclismo sammarinese di 22 anni, si è svolta davanti al Tribunale di Pistoia. Michael è deceduto il 3 dicembre 2020 a causa di un’insufficienza respiratoria legata al Covid, dopo due anni di agonia. Il suo decesso è stato considerato una conseguenza dei traumi riportati in una rovinosa caduta avvenuta durante la 72ª edizione della Firenze-Viareggio, due anni e mezzo prima.
Sono stati chiamati a rispondere dell’accusa di omicidio colposo, Rodolfo Gambacciani, di 71 anni, direttore di gara di Prato, e Gian Paolo Ristori, di 82 anni, presidente della società organizzatrice di Firenze. Entrambi sono difesi dallo stesso avvocato, Nuri Venturelli, legale della Federazione ciclistica italiana. All’udienza erano presenti i genitori e il fratello di Michael, costituitisi parti civili con gli avvocati Alberto e Fiorenzo Alessi e Flavio Moscat.
Durante l’udienza, le compagnie assicuratrici Lyoid e Unipol, chiamate in giudizio dalle parti civili, hanno chiesto al tribunale presieduto dal giudice Pasquale Cerrone di essere estromesse dal processo. La questione sarà risolta nella prossima udienza fissata per il 14 marzo.
L’accusa sostiene che Gambacciani e Ristori non hanno adottato le cautele necessarie durante il tratto di discesa del Monte Oppio, non predisponendo adeguate protezioni morbide, come le balle di paglia, e non segnalando adeguatamente il pericolo presente in quel tratto con mezzi e personale. Secondo i periti, se tali protezioni fossero state presenti, Michael avrebbe potuto salvarsi dall’incidente.