San Marino. Privacy Day, David Oddone intervista l’avv. Patrizia Gigante (componente Collegio Authority)

Di recente L’Irlanda, sede europea di Facebook, ha imposto una multa di 225 milioni di euro a WhatsApp per aver violato le leggi sulla privacy dei dati dell’UE. San Marino “risponde” con le stesse armi. Qui il Garante per la protezione dei dati personali ha sanzionato Facebook per un totale di 5 milioni di euro per violazioni delle norme sulla protezione dei dati personali con due distinti procedimenti, il primo dei quali riguarda la sottrazione dei dati personali di migliaia di utenti sammarinesi, mentre nel secondo l’autorità ha contestato i criteri di accertamento dell’età dei minori che chiedono di iscriversi al social network.

In questo particolare e complesso contesto si inserisce, nella giornata di domani, il Privacy Day, la ricorrenza stabilita dal Consiglio d’Europa per celebrare la tutela dei dati personali, che sul Titano ha un titolo che è già tutto un programma “Il Cittadino prima di tutto”.

Fra i relatori l’Avv. Patrizia Gigante, l’Avv. Elia Santi e il Dott. Umberto Rapetto,

tutti componenti del Collegio dell’Authority.

E proprio all’avvocato Gigante abbiamo rivolto qualche domanda alla luce di una normativa relativamente recente, quella introdotto dalla Legge 171/2018, la quale stabilisce il principio che il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali, la dignità dell’interessato con particolare riferimento alla riservatezza, all’identità personale e al diritto alla protezione dei dati personali che lo riguardano.

 

Avvocato Gigante, quanto è difficile, per andare dietro al titolo della giornata, mettere i cittadini prima di tutto?
“Bella domanda, siamo qui per questo. L’Autorità ha un’anima tecnica e giuridica. Ultimamente si è parlato spesso dei provvedimenti che abbiamo preso a luglio nei confronti di un primario operatore del web, al quale faceva riferimento anche lei nell’introduzione, ma in generale il nostro lavoro ha spesso e volentieri a che fare col rapporto fra web e minori. Questo inoltre è un argomento che mi sta molto a cuore. Tornando alla sua domanda io credo che sia fondamentale mettere al centro il sammarinese, il che nella pratica significa dargli gli strumenti perché acquisisca la consapevolezza dei propri diritti e doveri in materia di privacy”.

 

Soprattutto all’inizio l’Autorità non era vista di buon occhio. E’ cambiata secondo lei col tempo questa percezione?

“Ha perfettamente ragione. Mi preme a tale proposito sottolineare che il nostro compito non è solo quello di controllare e sanzionare, ma abbiamo anche un ruolo di formazione. Per questo abbiamo creato e stiamo creando momenti di incontro con la cittadinanza che sono accolti in maniera particolarmente positiva. Col tempo i sammarinesi ci hanno percepito come una risorsa importante e si rivolgono spesso e volentieri a noi. Le faccio l’esempio della videosorveglianza e delle molteplici occasioni in cui veniamo chiamati ad intervenire per ciò che riguarda il non sempre facile rapporto fra diritto di cronaca e protezione della privacy”.

 

Quest’ultimo a volte è un rapporto un po’ burrascoso. Sbaglio?

“Ribadisco il concetto: noi non abbiamo solo un ruolo sanzionatorio, ma di formazione. E’ importante che la norma sia applicata e non fraintesa. Per questo abbiamo aperto un dialogo con tutti i professionisti. Non è un caso che al Privacy Day saranno presenti fra gli altri i Presidenti degli Ordini di avvocati e commercialisti, e avremo il piacere di un videosaluto da parte del Presidente dell’Autorità Garante per l’Informazione”.

 

E per quanto riguarda i privati?

“Ci piacerebbe ovviamente che questa opera di formazione investisse anche i privati, partendo dalle scuole. Il tema dei social e più in generale del web è delicatissimo. Riguarda giovani e giovanissimi e non solo quando navigano sui social, ma anche quando ad esempio fanno acquisti, scaricano musica eccetera. Il settore dell’e-commerce per intenderci necessita di un grado di consapevolezza importante perché si instaura un rapporto a contenuto prettamente economico fra l’utente, da un lato, e imprese spesso dotate di strumenti e mezzi di assoluto rilievo. E’ importante che in questa relazione il singolo cittadino non venga lasciato solo e che venga garantito da parte degli operatori economici il rispetto di doveri e oneri molto stringenti fra i quali quelli di porre in essere sistemi efficaci perché il consenso al trattamento dei dati vengafornito validamente da ogni utente”.

 

Dobbiamo avere paura di internet?

“Assolutamente no, se siamo consapevoli e preparati, e se c’è un contesto normativo idoneo a garantire in concreto il rispetto dei diritti fondamentali in materia di protezione dei dati personali. Proprio per questo le dico che vogliamo fare un lavoro nelle scuole e nei luoghi frequentati dai ragazzi: è sbagliato demonizzare lo strumento. Al contrario si deve utilizzare tale strumento con consapevolezza dei rischi e delle regole di cui è giusto esigere il rispetto da parte di ciascun cittadino”.

 

E i genitori? Sono al passo dei propri figli?

“Tocca un tasto particolarmente importante. La formazione e la consapevolezza chiaramente non possono riguardare solo i ragazzi ma anche i loro genitori che, come suggerisce lei, spesso e volentieri sono tecnicamente più indietro rispetto ai figli, con un vero e proprio disallineamento che va colmato. Le posso dire che era già partito un dialogocon l’Iss e col servizio minori in merito alla possibilità di sviluppare un percorso all’interno delle scuole, immaginando per parte mia anche di coinvolgere giornalisti e scrittori, che sono comunicatori per eccellenza, proprio perché diventa fondamentale il linguaggio che utilizziamo per interagire con bambini ed adolescenti. Sfortunatamente il covid ha bloccato le cose, ma contiamo di riprendere in mano il tutto ben presto”.

 

Le varie Istituzioni stanno sostenendo quest’opera di cambiamento e consapevolezza?

“Ovviamente noi siamo una autorità indipendente. Non dipendiamo da nessuno sul piano delle decisioni e delle attività che poniamo in essere. Nessuno influenza i nostri processi decisionali. Doverosamente premesso tutto questo siamo a nostra volta una Istituzione che opera all’interno di un contesto complesso, dunque è normale che vi siano interazioni soprattutto quando è in questione la tutela e la formazione dei più deboli”.

 

A giorni si terrà il Safer Internet Day. Il bullismo ha trovato nei social un campo fertile per diventare ancora più distruttivo. Che cosa può fare l’Autorità in questo senso?

“Si tratta chiaramente di una data e un momento di riflessione importante e che ci riguarda da vicino. Nel momento in cui si utilizzano i social per bullizzare la propria vittima si può innescare un trattamento illecito di dati in danno di minorenni. In questo caso c’è sicuramente un interesse dell’Autorità. Si tratta certamente di uno di quegli argomenti da affrontare e trattare con gli studenti all’interno dei progetti cui accennavo prima”.

David Oddone

Nella foto l’avv. Patrizia Gigante