San Marino. Privatizzazione Centrale del latte. Gli allevatori: “Pronti a portare le vacche sul Pianello”

muccheI produttori:“Siamo solo quattro ma tutti insieme abbiamo un esercito di mucche, se arrivassimo all’esasperazione non è escluso che potremmo portarle a pascolare sul Pianello durante i giorni di Consiglio”.

I produttori di latte del Titano sono sul piede di guerra. Ma forse è tardi. Ieri, infatti, è scaduto alle 12.00 il termine del bando di concorso per rilevare la Centrale del latte sammarinese da parte di privati. Due le buste consegnate e una è dei produttori di latte sammarinesi. Sempre ieri gli stessi produttori hanno portato nelle mani del segretario di Stato al Territorio Antonella Mularoni la richiesta di prorogare la scadenza del bando.

Ma i tempi tecnici non ci sono più, perché il 10 dicembre la commissione tecnica dovrà decidere chi ha vinto. Altro impedimento non da poco: nel bando è specificato che per ottenere la gestione occorre avere un’esperienza almeno quinquennale nella produzione casearia. Requisito che i produttori sammarinesi non hanno. “Ci siamo organizzati tardi purtroppo -affermano gli allevatori- ma speriamo che dal Territorio arrivi un segnale positivo”. I produttori del Titano sono preoccupati per il loro futuro, e vorrebbero garanzie a riguardo. “Al momento il latte delle nostre vacche lo acquista tutto lo Stato -spiegano- a 40 centesimi al litro. A noi produrlo ne costa 50. E’ già una rimessa”. E con i contributi statali sopravvivono a malapena.

La gestione da parte di una Società per azioni potrebbe costringerli a prendere soluzioni drastiche. “Potremmo decidere di vendere il nostro latte fuori territorio -proseguono i produttori- oppure aprire un caseificio nostro”. In questo modo i nuovi proprietari della Centrale dovrebbero importare latte da fuori i confini del Titano. E sulle tavole dei sammarinesi potrebbe arrivare un latte ‘straniero’ non certificato dall’Ufficio d’igiene dell’Iss.

Infatti gli allevatori, al momento, hanno tutta la filiera controllata dagli organi sammarinesi preposti a farlo. Con il latte italiano non sarebbe più così. Insomma,verrebbe a mancare un prodotto di origine garantita e controllata. E i sammarinesi potrebbero risentirsi. “Vorremmo essere chiamati in causa e tutelati -chiosano i produttori sammarinesi- ci sentiamo messi da parte e poco considerati da uno Stato che abbiamo allattato per mezzo secolo. Non escludiamo di mettere in atto una manifestazione di protesta esemplare”.

Di che tipo?

“L’idea è un po’ forte -concludono- anche se siamo solo in quattro abbiamo a disposizione un paio di centinaia di mucche e se arrivassimo all’esasperazione non è escluso che potremmo portarle a pascolare sul Pianello durante i giorni di Consiglio”.

E le mucche, lasciate libere per le contrade, non si limiterebbero solo a muggire.

Marco Bollini, La Tribuna