San Marino. Problema badanti in ospedale. Le loro retribuzioni sono in nero? … di Franco Cavalli

Franco CavalliAnche 100 euro a turno giornaliero e spesso non mai per un solo giorno. Anzi.

E’ quanto può venire a costare “assumere” e le virgolette sono d’obbligo, una persona per avere quella che in gergo tecnico l’Iss ha classificato come “assistenza integrativa”.

Si tratta di quelle persone che assistono un paziente durante la sua degenza ospedaliera perchè sempre più spesso i familiari non riescono a garantire quella presenza continua al proprio caro.

A volte sono le badandi di cui una famiglia già usufruisce, a volte invece vanno prese al momento e allora all’ospedale di Cailungo c’è una lista a cui rivolgersi.

La lista è gestita direttamente dalla direzione ospedaliera perché sono richieste delle caratteristiche, o meglio dei documenti, primo tra tutti una assicurazione.

Nello specifico si tratta di una polizza infortuni che copra la responsabilità civile verso terzi e su questo l’Iss è parecchio rigorosa tanto che se non viene comunicato tempestivamente il rinnovo della polizza, il nominativo di chi si offre per l’assistenza viene cancellato dall’elenco già qualche giorno prima che scada la sua polizza.

In caso di persone straniere, inoltre, c’è il controllo in collaborazione con l’ufficio stranieri della Gendarmeria.
Ma chi sono le persone iscritte in questa lista per l’ “assistenza integrativa”?

Stando ai nominativi, 4 sono italiane, 10 sono straniere con residenza fuori da San Marino. Infine 10 sono residenti a San Marino di cui 6 però sono persone straniere né sammarinesi né italiane.

In totale quindi 24 persone (erano 28 fino ad un paio di settimane fa) e tra loro ci sono anche alcune Oss, cioè operatori socio sanitari che hanno compiuto un percorso formativo e c’è anche un infermiere.

Da questi dati è evidente però anche un altro fatto e cioè che c’è chi fa questo servizio, a volte fondamentale, anche non operando dal Titano, ma standoci solo le ore necessarie per accudire il degente, quasi sempre la notte.

Ed è a questo punto che sorge un problema, quello relativo alla regolarità della retribuzione.
Siccome l’accordo avviene tra le famiglie che ne hanno bisogno e le persone che assistono, l’Iss non interviene nella verifica della formula retributiva. Il fatto è che se poi la famiglia o chi fa l’assistenza non si recano all’ufficio del Lavoro o dichiarano la retribuzione ricevuta all’Ufficio Tributario, quei compensi sono praticamente in nero.

Niente tasse pagate a San Marino e niente possibilità detrattive per chi magari ne avrebbe anche bisogno. E ovviamente niente circuito Smac.

Senza contare che poi dei forensi, a meno che non abbiano una partita Iva in Italia con cui poi emettere fattura, non potrebbero lavorare a San Marino senza l’autorizzazione e pagare i relarivi contributi, anche quelli che spettano allo stesso Iss. Dall’ufficio del Lavoro confermano che al momento non c’è un contratto per queste forme.
E nemmeno ci sono però dei controlli.

Si tratta comunque di un non trascurabile aspetto, sia dal punto di vista economico, dato che le cifre chieste vanno da un minimo di circa 60 euro a notte fino a 100 euro e a volte anche di più. Inoltre il luogo e il servizio prestato è delicato anche se si tratta della sola assistenza perché ogni eventuale procedura sanitaria viene erogata dall’Iss.

E anche se fino ad ora sembra che tutto si sia sempre svolto senza grossi problemi, a parte un caso che diede dei problemi qualche anno fa, ricorda qualcuno da dentro l’ospedale, forse i tempi sono maturi per affrontare anche questa situazione, come si evince dell’enorme dibattito che si scatena sempre sui social network quando si solleva la questione.

Frac