Una storia di violenza, di percosse, di minacce e di stalking quella che potrebbe avere la conclusione questa mattina alle ore 11,00 davanti al Commissario della legge avv. Roberto Battaglino con il processo all’albanese Alfir Brakaj, ex compagno di una donna sammarinese.
L’albanese residente a Novafeltria, difeso dall’avvocato Fabio Di Pasquale, è imputato per i reati perché maltrattava, in più occasioni, la convivente sammarinese – di cui non metteremo nemmeno le generalità ndr – sottoponendola ad una vita di percosse, umiliazioni e vessazioni continue. Infatti, in un caso, con pugni e calci, perché colto da rabbia a seguito di un incidente stradale mentre era alla guida di un’autovettura intestata al padre della donna sammarinese, colpiva la sammarinese alle gambe.
Oppure in un’altra occasione, nel corso di accesi litigi volti alla consegna dalla sammarinese della licenza del bar di sua proprietà, per far tacere la parte offesa le premeva con forza un cuscino contro la bocca, quasi soffocandola. Questo avvenne in almeno tre occasioni.
Oppure quando la costringeva più volte ad avere rapporti sessuali mentre la donna si trovava sotto l’effetto di farmaci sonniferi che prendeva dopo la morte del padre. Questo avvenne per tre anni sino al 2013, data in cui la convivenza finì.
Un’altra volta l’albanese Alfir Brakaj aggrediva la sammarinese con calci alle gambe, e dopo averla presa per i capelli la faceva sbattere il volto contro lo spigolo della ringhiera facendole riportare sia un trauma cranico non compativo frontale dx, un lieve trauma distruttivo cervicale, un trauma conclusivo alla mano destra e al primo dito alla mano sinistra. In quell’occasione furono riscontrati anche delle contusioni ecchimotiche alle cosce guaribili in 10 giorni. Questo avvenne il 25 aprile 2014.
Avvennero anche degli episodi di stalking. Infatti la sammarinese ricevette nel cuore della notte anche telefonate anonime come vi furono degli appostamenti, anche in orari notturni, dell’albanese nei pressi della sua abitazione. Questi fatti arrecarono alla sammarinese gravi sofferenze morali e danno alla propria dignità fino a metterla in uno stato di giustificato timore dell’incolumità della sua persona e del suo figlio minore.
In più occasioni le avrebbe detto che gli avrebbe bruciato la sua autovettura e transitando nei pressi del bar gli faceva segno che le avrebbe tagliato la gola. Gesti che fece con le mani. Transitava addirittura con il furgone della ditta ”Il verde di Alfir’,’ (che in precedenza era della sammarinese e da lei fu donato all’albanese con la promessa di non contattarla più, ne i suoi familiari e di non andare più al bar di proprietà della donna) suonando più volte il clacson e compiendo gesti intimidatori e sguardi minatori.
L’udienza inizierà alle ore 11,00