Ecco le dichiarazioni di Bari Bega in Tribunale questa mattina nel processo a suo carico, il presunto ladro albanese colto in flagranza di reato il 20 novembre dalla Gendarmeria nell’episodio di furto nella zona di Acquaviva. Il Bari Bega anche se si professerà innocente, durante la fuga a piedi perse anche un cacciavite usato per l’effrazione ed il furto. Già nel luglio 2015, sempre con le stesse dinamiche, era stato commesso un furto con la stessa auto usata dai ladri; quella volta rubarono in casa di Andrej Ceccoli, sempre ad Acquaviva, oltre 37.000 euro.
Alle domande del Commissario della legge avv. Roberto Battaglino, l’albanese risponde: ”Un ragazzo albanese, tale Sena Vena, mi ha portato a San Marino in una macchina e mi hanno fatto capire che si doveva rubare. Mi ha detto che se vuoi lavorare questo è il lavoro: dobbiamo rubare. Dissi che non ero d’accordo.
Sono venuto in vacanza in Italia a settembre e mi dovevo trattenere per 3 mesi. La mia intenzione era di ritornare a casa. Posso dire di essere arrivato in Italia nel settembre del 2015 ed avevo intenzione di fermarmi per un breve periodo e di fermarmi per 3 mesi. Faccio il muratore in Albania e non avevo lavoro in quel momento. Due anni fa ho avuto un permesso di soggiorno in Italia perchè avevo trovato un lavoro. Se avessi trovato nuovamente lavoro mi sarei trattenuto.
Ho conosciuto questo ragazzo che mi ha portato a San Marino in un bar e grazie a lui ho lavorato per una settimana in campagna. In sostanza dovevo raccogliere della verdura.
Il ragazzo albanese che avevo conosciuto si chiamava Sena Vena e mi ha detto, quando eravamo già in auto, che dovevamo andare a rubare. Ho capito che aveva fatto un furto quando è uscito dall’abitazione ad Acquaviva con la refurtiva; era 10 minuti che lo aspettavo. Non so perchè siamo arrivati a San Marino, e non abbiamo fatto nessuna sosta.
Confermo che quando sono salito in macchina con Vena questi mi propose di fare un giro. Io feci capire a Vena che non condividevo tale scelta. Dopo non abbiamo più parlato di tale proposta. Non mi ero accorto di essere entrato in territorio sammarinese. E siccome me lo si chiede rappresento che dal momento in cui siamo partiti dal territorio italiano sino al punto in cui ci siamo fermati, Vena non aveva effettuato soste di alcun tipo. Una volta fermatosi in una zona che non conoscevo, Vena mi disse che sarebbe tornato presto e sarebbe tornato dopo 5 minuti. Sena non mi ha detto che cosa avrebbe fatto e nemmeno di fare un furto. Ad Acquaviva l’ho aspettato lungo la strada dove si parcheggiano le auto. Non ero proprio vicino alla macchina di Vena. Potrei dire di averlo atteso a circa una decina di metri dall’autovettura lungo la strada dove si parcheggiano le auto.
Appena siamo arrivati in territorio sammarinese (ribadisco che non ero però a conoscenza di essere entrato in Repubblica) nel punto in cui Vena è sceso dall’auto posso dire che non ci siamo trattenuti nell’autovettura nemmeno per qualche minuto. In sostanza Vena è sceso subito dall’autovettura, invitandomi appunto a scendere io stesso.
Confermo di essere già salito su un autovettura Ford CMax precedentemente e naturalmente stando il tempo trascorso non ricordo la targa e la data. Penso verso Luglio 2015. Siamo andati in discoteca nella provincia di Rimini e mi trovai a guidare al ritorno dalla discoteca perchè ero quello che avevo bevuto di meno.
Ho conosciuto Vena all’inizio di Giugno 2015, ed ero venuto in Italia tra Maggio e Giugno 2015. Sono stato in Italia per circa un mese e mezzo poi sono ritornato di nuovo in Italia a Settembre 2015. Sia a Gennaio, in un mio altro arrivo, che a Maggio sono stato ospite a Vercelli, da mia sorella cittadina italiana. Poi sono andato a Rimini da Vena. Confermo che in Italia sono venuto in tre occasioni nel 2015, anche se ho dichiarato diversamente negli interrogatori.
L’abitazione di Sena Vena, (l’altro albanese ndr) non era a Rimini ma verso Cesena.
Non sono mai stato arrestato ne ho avuto procedimenti penali. Sono stato sentito dai Carabinieri perchè avevo acquistato un telefonino da una persona di colore in un mercatino di Torino, che poi è risultato rubato.
Ribadisco di non essere mai entrato in precedenza in territorio sammarinese dunque non ho mai avuto problemi con la giustizia a San Marino. Quando, nel novembre 2015, Vena si è avvicinato all’autovettura e mi aveva chiesto di guidare ho notato che Vena andava un po’ di fretta. Non mi aveva dato il compito di ‘‘palo’’ e non dovevo segnalare qualcosa quando ci siamo fermati a San Marino. Solo a questo punto, quando l’ho aspettato per 10 minuti ad Acquaviva, ho collegato che Vena aveva commesso qualcosa di poco chiaro, visto che in precedenza mi aveva fatto capire di voler commettere dei furti.
Quando ci si è avvicinata l’auto della Gendarmeria, Vena ha aperto immediatamente lo sportello per uscire, in un primo momento ho trattenuto Vena ma non ci sono riuscito. A quel punto sono stato raggiunto dai militari della Gendarmeria. Io ero ancora all’interno dell’autovettura. Sono uscito dall’auto quando la Gendarmeria ha iniziato a colpire l’auto per fermarla. Quando ho visto Vena scappare, l’ho fatto anche io.
Io non ho partecipato il 1° luglio 2015 a San Marino nella rapina nell’abitazione del Sig. Ceccoli. il 20 novembre era la prima volta che entravo a San Marino. Sena Vena non mi ha mai detto di aver fatto lavori a San Marino, ne di aver commesso furti in Repubblica.
Non sono sposato ma ho una relazione con una ragazza dalla quale aspetto un bambino da circa 2 mesi e mezzo. Mia sorella Susanna è diventata italiana dal 2009 ed abita a Vercelli.”
/ms