San Marino. Processo Buriani-Celli. Botta e risposta tra Repubblica Futura ed Enrico Lazzari dopo l’articolo di questa mattina

Quest’oggi ci è arrivata inaspettatamente, in quanto non ci arrivano mai i loro comunicati stampa, una stizzita replica all’articolo, di questa mattina, del nostro editorialista Enrico Lazzari da parte del partito che in questi giorni è sulla bocca di tutti ed all’indice dell’opinione pubblica sia dopo la testimonianza dell’ex segretario di Stato Renzi che dopo quella, devastante, del presidente di BCSM Catia Tomasetti nel processo BURIANI-CELLI.

Pubblichiamo molto volentieri sia la mail di Repubblica Futura che la risposta del nostro editorialista Enrico Lazzari, buona lettura /ms

MAIL DI REPUBBLICA FUTURA:

Caro Lazzari,

da tempo la vediamo impegnato ad unire i puntini, con domande, illazioni, interrogativi, formulazione di ipotesi.

Oggi arriva a sostenere che Nicola Renzi potesse essere condizionato nelle sue scelte da fantomatici messaggini. Bene, quei messaggini erano in possesso della Commissione di Inchiesta su Banca CIS che ha deciso di dare loro il peso che hanno: nullo.

Due: l’autenticità di quei messaggi è assai dubbia, tanto che non è mai stata accertata ed anche in Tribunale essi vengono contestati quali prove testimoniali (quanto ci piacerebbe sapere la genesi di quei messaggi che così tanto hanno inquinato il dibattito politico nella passata legislatura, ed evidentemente anche in questa!)

Tre, la cosa più importante: il messaggio da lei citato, qualora fosse di Marino Grandoni e rivolto a Nicola Renzi, attesterebbe solo una cosa: la totale libertà di giudizio e di azione di Renzi.

Il testo del messaggio reca infatti: “volevo ricordarti e sottolineare che furbescamente il verbale del cda di ieri è stato modificato precisando che la delibera di approvazione è condizionata a ratifica.. per cui se non ratificate noi siamo cotti.. bisogna che ratifichiate e poi vi incazzate con presidente e membri cda […]”.

Unendo i puntini, questa la sequenza degli eventi: 

1) Tomasetti chiede al CCR (Celli, Renzi, Zafferani, Zanotti) la ratifica per concedere finanziamenti al CIS di Grandoni.

2) Grandoni manda un messaggio chiedendo aiuto e quindi di ratificare quanto richiesto da BCSM e Tomasetti.

3) Il CCR non ascolta né BCSM né Grandoni e non ratifica il finanziamento a Banca CIS.

4) Non avendo ottenuto alcuna ratifica, per far sì che il finanziamento a CIS passasse comunque, il Presidente Tomasetti chiede all’avvocato verbalizzante di cambiare ex-post il verbale del Consiglio Direttivo, sostituendo la parola “ratifica”, con “presa d’atto”. 

5) Il finanziamento a Banca CIS viene comunque concesso dalla BCSM a guida Tomasetti.

Domanda: chi sarebbero le persone vicine a Grandoni? Renzi e gli altri componenti del CCR che dissero NO al finanziamento della sua banca o chi quel finanziamento autorizzò?

Repubblica Futura

 

RISPOSTA DEL NOSTRO EDITORIALISTA ENRICO LAZZARI:

C’è una domanda, “chi sarebbero le persone vicine a Grandoni”, alla quale volentieri, rispondo:

Nessuno, oggi, lo può sostenere con certezza. Come è chiaro, del resto, da ogni mio commento o approfondimento. Ma sono successe, dal 2010 ad oggi, ovvero dalla “cacciata” di Stefano Caringi dal vertice della Vigilanza di Banca Centrale, cose “turche” e non solo in ambito finanziario. Non sto a ripeterle, sono note e, alcune di esse, “certificate” dalla relazione conclusiva dei lavori della Commissione di Inchiesta su Banca CIS. E’ verosimile che quanto accaduto possa essersi concretizzato senza una colpevole “distrazione” della politica -se non addirittura una complicità della stessa- con chi mirava ad occupare posti chiave della gestione e della vigilanza finanziaria sammarinese così da assoggettarne l’operato non alla tutela e sviluppo del sistema finanziario sammarinese ma agli interessi privati di una “cricca”, così come definita nella relazione della Commissione parlamentare i cui contenuti sono “certificati” anche dal voto di Repubblica Futura? A mio parere no! E non credo di essere il solo su questa posizione… Proprio per questo tutti, compresa Repubblica Futura, dovrebbero auspicare e promuovere autorevoli accertamenti come, ad esempio, una Commissione di Inchiesta parlamentare potrebbe fare.

Quindi, alla risposta su “chi sarebbero le persone vicine a Grandoni”, tranne gli eventuali protagonisti, nessuno può oggi rispondere con certezza. E il punto sta proprio qua. Perchè non cercarle con estrema attenzione, con una Commissione di Inchiesta i cui lavori di indagine siano concentrati essenzialmente su quello? Ritengo doveroso che la politica, con gli strumenti dati dalla democrazia, faccia piena luce su sue eventuali responsabilità che sarebbero gravissime.

Ma veniamo al merito della replica di RF partendo dalla vicenda prestito. Come avevo evidenziato già stamane (leggi qui) sotto la presidenza della Tomasetti da Banca Centrale un solo finanziamento  è stato concesso al CIS. Ed è stato correttamente restituito dalla stessa banca. RF sa forse se è l’unico, fra i tanti concessi da Bcsm a Cis, ad essere restituito?

Sugli altri punti, invece, non posso notare, nelle stesse precisazioni, una errata personalizzazione delle azioni ricondotte alla Presidente Bcsm che, si ricordi -e RF sembra dimenticarlo- in seno al CCR non è portavoce di sue “volontà” ma di quelle del Consiglio di Amministrazione.

Singolare, poi, il doppio pesismo che RF usa su vicende simili. Mi spiego meglio. Sulla presunta chat fra Marino Grandoni e Nicola Renzi RF ritiene oro colato le conclusioni della Commissione di Inchiesta CIS; mentre sulla presunta falsificazione del verbale, ritenuta priva di ogni rilevanza dalla stessa Commissione, ne fa ugualmente un cavallo di battaglia. Logica direbbe che o ambedue hanno valenza o nessuno dei due dovrebbe averla. O no?

Ma non solo. Oltre alla valutazione fatta dalla Commissione, su questo “cavallo di battaglia” di RF -ovvero la presunta falsificazione- c’è anche la valutazione fatta da un Commissario della Legge, secondo le cui conclusioni i fatti, così come avvenuti nella ricostruzione di RF, non sarebbero avvenuti. Ma a Rf evidentemente non interessa…

E qui apro una parentesi. Perchè RF non mi fornisce questo decreto di archiviazione, visto che essendo l’indagine suscitata da un esposto di alcuni politici di RF dovrebbe essere nelle loro disponibilità? Magari pubblicandolo integralmente su almeno qualcosa si potrebbe fare una prima chiarezza… Da quella archiviazione, mi chiedo, visto che RF cita continuamente questa vicenda, sono occorsi elementi, fatti nuovi? Non mi risulta…

Ma torniamo alla chat. Un fatto nuovo, a mio parere degno di nota, invece, è sopraggiunto sulle controverse “schermate” che racconterebbero un dialogo fra l’imprenditore Marino Grandoni e l’allora Segretario di Stato Nicola Renzi. Certo, so che la Commissione Cis le ha liquidate (forse avventatamente?, mi chiedo oggi) come farlocche. Ma sulle medesime è intervenuto un evento nuovo: il 15 febbraio scorso, dal banco dei testimoni, sotto giuramento, Renzi non le ha -e non uso il condizionale- smentite. A quanto mi risulta, secondo quanto hanno riportato organi di informazione, a domanda ha risposto: “Non confermo e non smentisco…”. E questo, checché se ne possa pensare, è un evento nuovo che richiede un chiarimento perchè quelle chat, se genuine, sono un’ombra pesantissima su Nicola Renzi e, di conseguenza, su RF.

In quella chat c’è, difatti, un “ordine” dato all’interlocutore. Un “invito” che non può essere trascurato: “…e poi vi incazzate con presidente e membri cda”!!! In quale democrazia un imprenditore si potrebbe permettere di intimare una azione ad un Segretario di Stato, ad un Ministro? Non interessa ai membri di RF chiarire aspetti “misteriosi” come questi?

Non è nell’interesse di Repubblica Futura e dei suoi aderenti ed elettori far luce su questo dubbio? E questo è solo uno degli eventi, dei fatti “misteriosi” evidenziati dalla Tomasetti durante la sua lunghissima testimonianza, si ricordi, sotto giuramento.

E questo è quanto dovevo, per chiarezza, ai lettori e a RF in seguito alla sua repllica. Ora, però non posso esimermi dal ribadire quella che secondo me è una ovvietà: “L‘istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta, che avrebbe molti più strumenti di indagine di un semplice editorialista quale sono io oggi, permetterebbe a Repubblica Futura di cacciare le pesanti ombre, i dubbi e i sospetti che oggi gravano su alcuni suoi esponenti e ricadono, forse ingenerosamente, sull’autorevolezza dell’intero partito… E, eventualmente, una acertata e autorevole verità permetterebbe loro di sbarazzarsi di eventuali “mele marce” che potrebbero aver usato la loro posizione di primo piano e il partito per fini che ben poco avrebbero a che fare con gli obiettivi e le priorità del medesimo partito.

Enrico Lazzari