Continuiamo la pubblicazione della trascrizione, da noi redatta, della deposizione del Presidente Bcsm avv. Catia Tomasetti nell’udienza pubblica del 01.03.2023 nel processo Buriani-Celli. QUARTA PARTE
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AVVOCATO COCCO – Senta, tornando un attimo più indietro al suo rapporto con Banca Centrale e col suo avvento in Repubblica di San Marino, vuole raccontare un attimo al giudice, dopo che lei è stata nominata poi vi sono stati anche i cambi e allontanamenti all’interno di Banca Centrale, se ci sono state, mi passi il termine, delle rivoluzioni o degli avvicendamenti
COMMISSARIO SALDARELLI – sinteticamente…
TOMMASETTI – si, infatti…
AVVOCATO COCCO – molto sinteticamente, per quanto di pertinenza col procedimento
COMMISSARIO SALDARELLI – Le più significative
AVVOCATO COCCO – e solo per quanto di pertinenza col procedimento
TOMMASETTI – cercherò di essere sintetica. Ma, diciamo, appena arrivata mi sono resa conto che il Direttore generale Roberto Moretti e il vice direttore Mazzeo, Raffaele Mazzeo, avevano un atteggiamento molto strano. In generale verso la vigilanza, in particolare verso una banca. Allora, quando le dico avevano un atteggiamento strano verso la vigilanza le voglio dare un esempio tecnico, pratico. Io, la prima cosa che chiesi è se avevano disposto ispezioni nelle banche no? e Mazzeo mi rispose “no, assolutamente, perché essendo il sistema finanziario in crisi, non possiamo gravare le banche di ispezioni”. Questo è l’esatto opposto del Manuale delle Giovani Marmotte dell’ispettore. Cioè, più il sistema è in crisi, più va supervisionato perché le banche in crisi potrebbero avere degli atteggiamenti anomali. Ma soprattutto, mi stupì che non facesse le ispezioni in Banca Cis. Perché? Perché Banca Cis negli ultimi 2 anni aveva preso 76 milioni di euro tra prestiti e altre operazioni da Banca Centrale quindi il patrimonio di Banca Centrale aveva mandato di suo alla banca 76 milioni. Ora, quando c’è un prestito di liquidità, di nuovo, la prima cosa che si fa, la banca chiede un prestito di liquidità e dice alla Banca Centrale “guarda che non ho polmone per far fronte se mi arriva qualcuno al bancomat a prelevare”. La Banca Centrale glielo da, questo prestito (?) circostanze, però la prima cosa che fa gli manda un’ispezione per vedere come li sta gestendo. E loro non le facevano. Ecco, non sto a descriverle tutte le altre cose, c’è anche un procedimento penale che pende, il 500. Però mi resi conto di questa cosa. Di questa cosa se non sono resi conto anche gli altri consiglieri e, non a caso, Roberto Moretti viene revocato il 21 settembre 2018 con voto unanime di tutti i consiglieri di nomina politica, opposizione, maggioranza, tutti quanti. Tutti quanti decidiamo di revocarlo con il Collegio Sindacale assolutamente d’accordo. Questo accade il 21 settembre, dopo di ché sia prima di questa revoca che dopo, ci sono forti pressioni da parte della maggioranza. Prima per non revocare Moretti, poi per fare un accordo con Moretti bonario, quindi, per nominare Direttore Generale Mazzeo, il suo vice. Però noi consiglieri non volevamo fare questa cosa, perché siccome Moretti aveva fatto parecchie cose che non andavano, ad esempio un prestito era stato dato dando delle informazioni errate al consiglio, ecc. noi avevamo il dubbio che Mazzeo non potesse essere ignaro di quello che accadeva e quindi non volevamo nominarlo. Poi arrivò, se non erro, il 3 ottobre, o il 4 ottobre, un’ordinanza dove si vide che Mazzeo era indagato, ed era proprio il giorno in cui Mazzeo ci aveva messo davanti a un ultimatum, o lo nominavamo direttore generale o lui se ne andava. La politica ci faceva pressioni enormi perché lo nominassimo e noi non lo volevamo . Quel giorno però lui era indagato, si dimise lui e se ne andò. Devo dire che con l’uscita di Moretti e Mazzeo i rapporti con la politica furono molto tesi. Non con tutti, diciamo in particolare con taluni Segretari di Stato, Renzi, Podeschi, Zafferani. E il CCR, che sono queste riunioni che facciamo tra Banca Centrale e i Segretari di Stato erano diventati dei campi di battaglia. Noi come Consiglio nominammo Giuseppe Ucci che era un legale, una persona che aveva una grossa esperienza in banca ma all’epoca era da noi come consulenza legale. Lo nominammo vice direttore generale e mi ricordo che quando noi uscivamo da quei CCR, Ucci che è una persona molto pacata mi diceva “pensa se i nostri figli vedessero come ci trattano in questi CCR”. Gli dissi “la mia è piccolina, forse non se ne renderebbe conto ma la tua un po’ di più”. Comunque era un periodo molto teso. (…)
Fine quarta parte