San Marino. Processo Buriani-Celli, si rischia una sospensione. Marco Podeschi: “Un generale libico nella delegazione Stratos” e “mi sentivo pedinato e intercettato”

 

Più che le testimonianze, protagonista dell’ennesima udienza del processo che vede imputati il Commissario della Legge Alberto Buriani e l’ex Segretario di Stato alle Finanze del “primo tempo” del governo AdessoSM, Simone Celli, è stato indirettamente il famoso “audio” fra lo stesso Commissario della Legge, oggi sospeso, e l’assicuratore Gianfilippo Dughera. Un audio che sarebbe, poi, leggendo le “carte”, una intercettazione ambientale (leggi qui) rinvenuta nel computer di Buriani e datata 22 gennaio 2019, il giorno dopo il commissariamento di Banca CIS,.

Il “file” audio in questione fu inizialmente incluso negli atti processuali, poi stralciato sulla base di un ricorso presentato dall’Avvocato Michela Vecchi, difensore di Buriani, quindi riammesso in seguito a valutazione di seconda istanza e, oggi, in bilico visto che è oggetto di un ricorso in Terza Istanza che è tuttora pendente e sul quale si attende la pronuncia definitiva.

L’avv.Vecchi ha palesato l’intenzione di “tutelare l’assistito” ed ha chiesto di non emettere sentenza finché la decisione definitiva sull’ammissione o meno del documento audio non sarà assunta dal giudice competente. Buriani infatti potrebbe trovarsi a difendersi su un atto che potrebbe poi venire escluso dal fascicolo processuale. Sta di fatto che, al momento, quell’audio è parte del procedimento in forza di provincia di due giudici ed ora si aspetta il parere del terzo. I lavori andranno avanti, come ha spiegato il Giudice Adriano Saldarelli, auspicando che la sentenza definitiva sul ricorso possa arrivare nel più breve tempo possibile, ovvero prima dell’esame degli imputati.

Un audio che, pur “sub-judice” negli atti del processo, non sembra in dubbio che esista. “Dughera -è il contenuto, come svelato già il 22 maggio 2022 su queste stesse pagine elettroniche- mi faccia sto piacere! Troviamo qualche cosa che lei mi possa (…) io ho bisogno! (…) Facciamo solo paura a qualcuno, ma questo è importante (…)”.

Due i teste sfilati ieri sul banco dei testimoni: l’ex Segretario di Stato Marco Podeschi e il cancelliere Silvia Mainardi. Una giornata, per certi versi “moscia”, viste le “bombe sganciate”, le rivelazioni emerse dai testimoni precedentemente protagonisti di questo dibattimento, prima su tutte la Presidente di Banca Centrale, Catia Tomasetti. Podeschi, citato dalla difesa di Simone Celli, l’Avv. Enrico Carattoni, è stato chiamato a fornire dettagli sulla famosa riunione del del 5 aprile 2019, nella quale sarebbe emerso un presunto contatto della Presidente Tomasetti con il Generale Carta, all’epoca vertice dell’italiana AISE, che “scandalizzò” una componente del governo Adesso SM e indusse il Segretario di Stato Podeschi -lo ha confermato lo stesso ieri- ad abbandonare anticipatamente i lavori del successivo Congresso di Stato perchè quanto mai irritato e preoccupato da quel contatto, forse inopportuno. Un contatto che non sarebbe mai emerso -si ricordi- se non fosse stata la stessa Tomasetti a rivelarlo ai membri di governo presenti nella riunione del 5 aprile 2019 e nel quale -come spiegato dalla protagonista dal banco degli imputati, sotto giuramento e senza alcuna smentita poi sopraggiunta- non venne fornita al Generale nessuna informazione “sensibile” sammarinese.

Per comprendere il peso di quell’incontro si deve necessariamente inserire il medesimo nel clima di quei giorni, quando la componente di Repubblica Futura si era posta in aperto conflitto con la Presidente di Banca Centrale, pesante ostacolo al buon fine della trattativa, del confronto che vedeva Stratos impegnata ad acquisire le quote di Banca CIS.L’impressione è che quell’incontro sia stato strumentalizzato ed esasperato da chi avrebbe gradito una sostituzione ai vertici di BCSM… Ma è solo un’impressione, confermata dall’assenza di qualunque accusa specifica mossa all’indirizzo della Tomasetti per quell’incontro.

L’unica novità trapelata in quest’ultima udienza è, quindi, totalmente estranea al procedimento in questione ed è relativa al secondo incontro “informativo” fra governo e delegazione Stratos. Al fianco della delegazione del gruppo che si proponeva di acquisire Banca CIS si presentò anche un generale libico… “Non gli permettemmo di partecipare alla riunione”, ha spiegato Podeschi, dopo aver svelato anche un incidente” che turbò lo stesso summit: una donna cadde dalla sedia e picchiò la testa a terra… Ma questa, visto che le conseguenze furono lievi, è più una curiosità che una notizia. Non tale, invece, la prezenza di un militare di alto rango del martoriato paese nord-africano. Che ci faceva, vien da chiedersi, che ci faceva, in un periodo in cui la Libia era divisa in due -una guidata da un governo legittimo, sostenuta dall’intero occidente, non certo bisognoso di San Marino, e un’altra in mano all’Isis- un generale libico nella delegazione-Stratos, accompagnata a Palazzo Begni da Stefania Lazzari?

Enrico Lazzari