Il dottor Emilio Gianatti, ex vicedirettore generale di Banca Cis, ha prestato testimonianza nel processo Buriani-Celli, fornendo informazioni sulle relazioni tra il Commissario Buriani, il dottor Daniele Guidi, la dott.ssa Lazzari e l’ingegnere Marino Grandoni.
Gianatti ha riferito che esistevano tra di loro rapporti di familiarità, conoscenza e frequentazione.
Durante la testimonianza, Gianatti ha fatto riferimento ad alcune riunioni che si svolsero nel febbraio-marzo del 2010 nell’ufficio di Domagnano della dott.ssa Stefania Lazzari, durante le quali il Commissario Buriani era presente. Gianatti ha precisato che queste riunioni si svolsero di sera in modo da non essere disturbati. Il motivo delle riunioni era la visione di un rapporto ispettivo che la vigilanza di Banca Centrale aveva inviato al CCR. Gianatti ha spiegato che possedevano una copia cartacea del rapporto, supponendo che fosse venuta da uno dei componenti del CCR. Il rapporto era una sorta di pre-rapporto ispettivo firmato da Papi, e al suo interno era scritto che la Banca Cis aveva un buco di 21 milioni in derivati e 6 milioni di crediti dubbi se non inesigibili. Gianatti ha confermato che il Commissario Buriani era presente durante la visione di questo rapporto ispettivo.
In tale rapporto, datato 18.02.2010, si leggeva che Guidi non fosse in grado di condurre la banca e che la gestiva in modo dittatoriale. Buriani, invece, forniva indicazioni generali su come procedere, come un buon padre di famiglia, come se fosse un consulente della banca e della famiglia, in quanto conosceva bene alcuni soggetti coinvolti ha dichiarato Gianatti in sede testimoniale.
Gianatti ha inoltre affermato di aver frequentato occasionalmente la piscina di Guidi dove non si parlava di lavoro. Ha anche affermato di aver incontrato Buriani anche a casa di Daniele Guidi e Stefania Lazzari, dove l’ex commissario lasciava la macchina sempre di fuori quindi visibile a chiunque. Non era quindi un mistero, secondo Emilio Gianatti. In questi incontri, in cui a volte partecipava anche Marino Grandoni, non si parlava di questioni lavorative.
Il ruolo di Gianatti, come lui afferma, era “operativo”, ovvero come una persona che conosceva bene il funzionamento del credito. Durante le riunioni, in alcune delle quali ha partecipato anche Grandoni, sono stati usati – a detta di Gianatti – alcuni forti epiteti verso Caringi e Papi. La dott.ssa Lazzari ha proposto l’idea delle dimissioni come una strategia giusta per sistemare il tutto, ma il problema principale era di natura operativa, ovvero secondo la vigilanza di Bcsm Daniele Guidi non era in grado di gestire la banca. La Lazzari, secondo Gianatti, sembrava essere la persona più “scatenata” del gruppo.
Alla fine Caringi fu cacciato, anche a causa di una testimonianza a Forlì da Di Vizio, e Papi e Bossone diedero le dimissioni a causa dell’allontanamento del capo della vigilanza.
Federico D’Addario – ha detto Gianatti – era un cliente che era stato affidato a me per la gestione operativa quotidiana, come la gestione del suo portafoglio e dei crediti in scadenza. Insieme a D’Addario, con il quale collaboravo in maniera proficua – ha confermato Gianatti – avevamo portato altri clienti del motomondiale, tra cui Poggiali e non solo. Nel passaggio a Banca Cis a D’Addario successe una cosa veramente negativa, si vide da un giorno ad un altro addebitare nel suo portafoglio circa un milione di euro che lui non aveva mai riscosso o presentato. D’Addario fece fare una perizia da una società di Londra chiamata JM e successivamente un’altra perizia che dimostrò che i soldi che aveva preso in prestito non erano dovuti alla banca in quanto lui non li aveva mai avuti, conferma Gianatti. Questa perizia, ha affermato Gianatti, è stata presentata al Dott. Guidi, che ha cercato di evitare che venisse resa nota poiché la sua divulgazione avrebbe ridotto il patrimonio della banca secondo Gianatti. Quindi, la perizia non è stata nemmeno portata all’attenzione del Consiglio di Amministrazione della banca.
Ero presente – ha detto Gianatti – quando D’Addario ha consegnato la perizia al Dott. Guidi e quando, successivamente, c’è stata una forte discussione tra i due durante la quale il Dott. Guidi ha pronunciato la famosa frase “in tribunale comando io”.
Ho poi installato nel 2015, ha detto l’ex vicedirettore di Banca Cis, delle microspie per registrare le conversazioni degli ispettori della Bcsm quando questi sono venuti per alcune settimane a ispezionare la nostra banca; mi era stato ordinato di farlo dal Dott. Guidi ha dichiarato Gianatti. Ho poi successivamente scaricato gli audio delle conversazioni registrate e consegnato tutti gli audio a Daniele Guidi, conclude l’ex vicedirettore generale di Banca Cis dott. Emilio Gianatti.
Marco Severini