San Marino. Processo Buriani-Celli. Udienza del 15 marzo. Confermate telefonate tra Buriani e politici

Commissario della Legge Alberto Buriani

Nuova udienza del Processo Buriani-Celli che ha visto l’audizione di due testimoni: Il sig. Codicè e l’ispettore Morri della Polizia Giudiziaria.

Il testimone Codicè ha parlato della sua esperienza nello studio Lazzari, dapprima come impiegato e poi come è diventato socio della società Studio Lazzari Srl con la stessa commercialista sammarinese ed un’altra socia. Durante l’audizione, l’avvocato Cocco ha chiesto a Codicè l’esistenza di un numero di cellulare a suo nome presumbilmente utilizzato anche come utenza dello Studio Lazzari, e Codicè ha confermato la sua esistenza ed il suo specifico uso.

Durante l’audizione Codicè ha ammesso di non ricordare molti dettagli e ha suggerito che l’utenza intestata a lui dove si sono fatte e ricevute chiamate a Buriani potrebbe essere stata utilizzata dall’ufficio della Lazzari, dal momento che Codicè aveva comprato l’utenza ma era stata poi utilizzata dall’ufficio.

Codicè ha anche chiarito che i rapporti con il giudice Buriani erano di tipo professionale, poiché Codicè era colui che redigeva la dichiarazione dei redditi del giudice di Pieve di Cento. L’avvocato Cocco ha anche chiesto a Codicè se avesse effettuato telefonate dal giudice Buriani alle 5 del mattino, ma Codicè ha risposto negativamente, probabilmente si parlava del numero in uso allo studio commerciale.

Codicè ha anche parlato, su richiesta del legale di BCSM e della Tomasetti, di una conoscenza non diretta con Simone Celli e l’avvocato Cocco ha anche richiesto informazioni di un bonifico alla Worm Sas, di aumenti di capitale di una società di Hong Kong e di una certa Famila Albani Palmer.

Prima dell’escussione dell’ispettore Morri della Polizia Giudiziaria è stato disposto dal Commissario della Legge Saldarelli, su richiesta dell’avvocato Carattoni difensore di Celli, il divieto di registrare l’udienza per poi provvedere alla sua trascrizione e pubblicazione.

Durante la sua audizione l’ispettore Morri ha esaminato il traffico telefonico degli indagati, analizzando tutti i contatti in entrata e in uscita. Morri ha confermato che vi erano diverse utenze intestate agli imputati, inclusa un’utenza telefonica intestata a Codice che era stata utilizzata per la messaggistica WhatsApp da Daniele Guidi. Questa informazione era presente in un altro procedimento penale.

Morri ha anche confermato l’esistenza di numerose telefonate tra politici e il Commissario della Legge Buriani, e gran parte della sua audizione è stata dedicata all’analisi dei vari tabulati relativi alle chiamate in entrata e in uscita degli imputati. Inoltre Morri ha spiegato il significato delle telefonate con zero minuti, ovvero le chiamate senza risposta oppure messaggi.

L’avvocato Carattoni ha richiesto infine una perizia sulle chiamate tra Simone Celli e Catia Tomasetti. L’avvocato Cocco, difesa Banca Centrale e Tomasetti, si è opposto a tale perizia in quanto considerata dilatoria dato che tutti i documenti sono agli atti. Anche la difesa Gozi e l’Ecc.ma Camera si sono opposti. La Procura Fiscale oltre ad opporsi ad una perizia suggerisce eventualmente la chiamata di un esperto. Sentite tutte le parti il giudice Saldarelli rigetta la richiesta di una perizia non necessaria per il giudizio finale e rinvia l’udienza al 29 marzo.

Nelle prossime udienze saranno escussi diversi testimoni, tra cui l’ex Segretario di Stato Zanotti, Gian Filippo Dughera e Federico D’Addario. A fine maggio le conclusioni e probabilmente la sentenza.

Marco Severini