San Marino. Processo Carlo Filippini e Antonio Fabbri per diffusione notizie segrete. Tomasetti (BCSM): ”Esiste – precisa – una profonda e sostanziale differenza tra il diritto/dovere di cronaca e la diffusione di notizie non vere acquisite in violazione di legge”

Catia Tomasetti, Presidente BCSM

Alla vigilia del processo a carico di Carlo Filippini e Antonio Fabbri, direttore e redattore del quotidiano “l’Informazione”, accusati di “Pubblicazione di atti segreti inerenti procedimento penale”, attivato su impulso del Congresso di Stato e di Banca Centrale, interviene con una nota la Presidente Bcsm: “Mi sento in dovere di rompere il doveroso silenzio per ribadire, – scrive Catia Tomasetti – anche per la funzione pubblica che svolgo, che le notizie riportate, tra le quali una mia presunta rivelazione di informazioni sensibili ad autorità estere, non corrispondono alla realtà dei fatti e se lo fossero state ne avrei già ampiamente subito le conseguenze. Esiste – precisa – una profonda e sostanziale differenza tra il diritto/dovere di cronaca e la diffusione di notizie, peraltro, ribadisco, non vere, acquisite in violazione di legge, di cui devono rispondere Antonio Fabbri e Carlo Filippini, ed è su questo che il Tribunale è chiamato a pronunciarsi. Ho piena fiducia nella giustizia e sono certa che i processi, che saranno svolti nelle opportune sedi, sapranno finalmente riconoscere e ristabilire la verità dei fatti”. Fonte San Marino Rtv

ps. Come mai non si vede nessun comunicato di censura a firma Consulta dell’Informazione che vede Antonio Fabbri come segretario? E sulla condanna in primo grado di Fabbri e Filippini a Firenze? Scritto nulla? Due pesi e due misure? O se riguarda uno del direttivo, come Antonio Fabbri che è segretario, non si fanno comunicati?

RETTIFICA E CHIARIMENTO: Desideriamo precisare un’inesattezza presente nel post scriptum, nel quale è stato erroneamente menzionato il Sig. Filippini in relazione a una condanna in primo grado presso il Tribunale di Firenze. Tale riferimento non corrisponde a fatti reali e deriva da un errore materiale. Tale equivoco non ha avuto alcuna finalità diffamatoria né è stato originato da intenti malevoli. Il focus del mio post scriptum era rivolto unicamente sulla figura di Antonio Fabbri e sulla sua posizione riguardo alla carica di segretario della Consulta. Ci tengo a precisare che ogni menzione del Sig. Filippini è stata completamente estranea al contesto e non intenzionale. Ci scusiamo per l’errore commesso e assicuriamo che non era nostra intenzione associare il Sig. Filippini a fatti o situazioni lesive della sua reputazione o onorabilità. In altri articoli relativi alla condanna del Fabbri a Firenze è stato chiaramente indicata l’assoluzione del Filippini.