Continua il processo Fasea al Tribunale di San Marino con l’escussione di altri testimoni. E’ stato sentito anche il tecnico di laboratorio della Fasea che ha confermato che i rifiuti venissero collocati dentro un cappannone chiuso e non a cielo aperto. Dopo il decesso del titolare Zucchini non mi ricordo chi si curasse dell’individuazione dello smaltimento di rifiuti.
”Ero un tecnico di laboratorio e controllavo i prodotti finiti e non ricordo” è la risposta che lo stesso tecnico ha proferito più volte alle domande della parte civile. ”I lucchetti alle cisterne vennero posizionati solo per distinguerli le une dalle altre, per non fare confusione al momento di riversare il solvente nel processo di produzione. Che io sappia, quando ho iniziato a lavorare presso Fasea, la cisterna n.6 non era utilizzata da tempo. Mi è capitato di vedere l’Ing. Cesarini ma non so quali provvedimenti sono stati presi. Mi occupavo come tecnico di laboratorio esclusivamente del processo di produzione, ad esempio controlli di viscosità e secco. Controlli sui codici a barre.”
Coboplast: ”E’ vero che ho visto arrivare dei cuboplast presso Fasea e secondo me questi erano vuoti.”
La macchia nel piazzale retro. ”Beccari si rivolse a me, ma voglio precisare che in quel momento presso Fasea eravamo in pochi – mi sembra in tre. Non posso esprimermi in merito a cosa possa aver determinato tale macchia. Feci un controllo solo visivo. Quello che mi sento di dire, con certezza, è che la macchia non fu determinata da un evento recentissimo. Mi ricordo che uno smaltimento fu effettuato da una ditta di Bologna, in quella occasione venni incaricato espressamente dal Dott. Zucchini di collaborare allo smaltimento, distinguendo i vari materiali ed apponendo delle etichette. Non ricordo se quando Beccari mi fece notare quella macchia era già li da un po’ di tempo. Non so dire se già Beccari avesse già spostato dei rifiuti dalla zona della macchia.”