Riprende alle 12.15 il processo alla Fasea.
Viene sentito il testimone Mina Oscar, responsabile Acqua-Gas. Prima del 2005, a seguito di segnalazione di un forte odore particolare, abbiamo escluso la fonte Acquino da circuito delle acque potabili di San Marino. Dal 2005 ad oggi questa fonte va direttamente allo scarico. Noi non la controlliamo più da allora. Per noi dell’Azienda è chiusa e per precauzione non la usiamo più, per salute pubblica.
Viene sentito il Dottor Berardi. Il primo sopralluogo l’ho effettuato il 14.04.2010 a seguito una segnalazione della giunta di castello di Fiorentino relativamente a diversi rifiuti generici ”stoccati” nella parte retrostante dell’edificio Fasea. Noi a seguito di questa segnalazione abbiamo abbiamo fatto il controllo. Assieme alla segnalazione c’era una foto con dei bidoni. Al primo sopralluogo è andato solo l’Ing. Raimondi, Cesarini e Gualandra. Dal sopralluogo è emerso che c’era una quantità di rifiuti anomala di vario genere sia speciali che speciali pericolosi. Non vi è una lista precisa di quanti materiali c’erano. Noi ci siamo limitati di parlare genericamente laddove la norma prevedeva di portare via quei rifiuti. Noi abbiamo dato loro 60 giorni per portare via i rifiuti. Non abbiamo fatto una segnalazione all’autorità giudiziaria perché per noi era solo una violazione amministrativa. Noi non avevamo elementi per dire che quei rifiuti potessero causare, come ora, rischi alla salute pubblica. Passati questi 60 giorni non sono riusciti a portar via questi rifiuti, e dato che si erano attivati da subito per portarli via abbiamo dato delle deroghe successive per l’eliminazione di questi rifiuti, dato che vi era un lavoro importante di riqualificazione degli stessi.
I rifiuti cmq sono dannosi e pericolosi per la salute dei cittadini, indipendentemente dalla classificazione degli stessi. I rifiuti erano li da anni e la vecchia proprietà (Dott.Zucchini) non c’era più, sennò si sarebbe saputo che prodotti c’erano dentro.
Cisterne interrate. Dalla documentazione in ns. possesso risultava una prova del 2004 effettuata dalla PetrolTecnica che diceva che solo la cisterna n.6 era guasta. Tutte le altre è certificato che fossero a tenuta. Al di fuori della cisterna n.6 c’era un cartello dove diceva che era guasta. Nella n.6 non c’era assolutamente nulla, ed era vuota. Nelle altre 10 cisterne abbiamo trovato la stessa quantità e qualità dei prodotti dichiarati dalla Fasea. Solo nella cisterna n.7 è stato rilevata un’altra sostanza (eptano anziché acetato di etile) rispetto a quella dichiarata, ma trattasi di solo errore e nulla di più. Forse il prodotto se scambiati può risultare differente ma non sono un tecnico per dirlo. Sappiamo che un mese prima ha scaricato un camion che ha scaricato acetato di etile e nelle altre cisterne (adibite a quel prodotto) non c’era invece acetato di etile.
Da accertamenti c’erano molti prodotti diversi. Cioè rimanenze di produzione, ritornati addietro ecc.ecc. e le etichette che c’erano sui contenitori erano compatibili con la produzione.
Non sappiamo nulla di eventuali dispersioni, ma solo della relazione della PetrolTecnica del 2004 dove si dice che la linea non era a tenuta ed era guasta. Le linee sono interrate e non sappiamo se ci sono state delle fuoriuscite.
Nel 2010 nel primo sopralluogo i ns. tecnici non hanno visto l’amianto perché forse era coperto da bancali e cartoni. Ma la Fasea aveva adempiuto agli obblighi di legge denunciando il possesso dell’amianto. Noi, comunque, sappiamo dell’amianto dato che lo avevano denunciato (17.01.2006) e per noi era apposto. La ns. valutazione era che l’amianto era sotto controllo da parte della Fasea. Solo nel 2011 con l’attenzione dell’opinione pubblica sulla Fasea abbiamo sottolineato la pericolosità dell’amianto e dopo la ns. osservazione la Ditta ha ricoperto il tetto della fabbrica dove producevano. Nel 2011 aveva regolamentato a seguito della ns. prescrizione.
Nel 2011 c’è stato un incendio. Nel primo sopralluogo abbiamo fatto notare violazione delle norma sulla sicurezza del lavoro, tra cui anche l’antincendio e l’impiantistica elettrica dove anche l’Ing. Cesarini ha rilevato delle carenze. Per noi non c’era un rischio di incendio perché le cisterne sono interrate e non c’era il rischio di incendio e di esplosione. Questo era stato fatto presente all’Autorità giudiziaria, Commissario della Legge Di Bona che ha aperto un fascicolo penale.
Per quanto riguarda la macchia possiamo dire che fosse del materiale secco e vecchio. Ma non sappiamo che materiale fosse, se era un sigillante è probabile che fosse di un anno fa ma se era un liquido potrebbe essere ancora più vecchio. Noi siamo andati nel 2011, ed un dipendente dell’Azienda ci disse che la macchia si era verificata nel versare nei contenitori a norma il liquido che era in altri contenitori. Ma la macchia alla prima ispezione non si vedeva perché i rifiuti erano molti di più che nelle ispezioni successive.
Siamo noi che abbiamo suggerito, nell’agosto del 2011, al Commissario Laura di Bona di nominare un perito d’ufficio. La macchia, a livello di ipotesi, potrebbe essersi verificata anche 10 anni fa. La macchia era su dell’asfalto rovinato.
Nell’Agosto del 2011 a noi non risulta che vi fossero state delle perdite da questi bidoni. Ho trovato un grumo nero secco, mentre ho fatto un ispezione esterna con le guardie di rocca, sotto lo scarico delle acque bianche meteoriche. L’ho preso e messo dentro ad un barattolo della Bormioli (tanto era piccolo) e l’ho spedito al laboratorio. Non so se il perito lo ha identificato nella prova 1 o prova 2. Non so che cosa poteva essere e sicuramente non è terreno, ma era solo un grumo nero secco sopra il terreno.
Il processo riprende nel pomeriggio alle 15 con la testimonianza del Dott. Raimoindi.