San Marino. Processo Gatti-Galassi. Il testimone Grandoni scagiona Gatti: ”I libretti erano come contanti. ERA MONETA”

Quello che per l’accusa, o meglio per il Commissario della Legge Alberto Buriani – ex giudice inquirente, era un punto fermo dell’accusa, ovvero il libretto al portatore sinonimo e prova della corruzione di Gatti, sta cedendo sotto i colpi sia della difesa che dei testimoni. E per ultimo a sferrare un colpo ferale al mesto impianto accusatorio di Buriani c’è chi meno te lo aspetti. Marino Grandoni ieri mattina, durante la sua escussione testimoniale, lo ha completamente demolito – se ancora ce ne fosse bisogno – dichiarando che il metodo del libretto era un sistema di pagamento usatissimo in quegli anni e che era assimilabile, se non meglio, alla moneta.

Ma vediamo che cosa ha detto e risposto alle domande dell’avvocato Filippo Cocco, difesa Gatti.

Cocco: Le facciamo alcune domande, e mi scuso se le sembreranno strane. Lei ha mai dovuto corrispondere delle somme a Gabriele Gatti nella sua veste di politico per avere dei favori nell’ambito della sua attività lavorativa? Lei in risposta all’inquirente Buriani lo ha escluso, sia che sia stata fatta la richiesta sia che lei abbia corrisposto denaro nell’ambito della sua attività lavorativa. E lei lo ha escluso. Ho capito correttamente?

Grandoni: Si, è così.

Cocco: Lei ha detto che lo conosce dal 2000, forse lo conosce da prima. Lei a Buriani rispose che glielo presentò nel ’90 l’avvocato Luigi Mazza….

Grandoni: Si, è vero. …. c’è una certa differenza di età tra me (nato nel 1944 ndr) e Gatti (1953 ndr). Io sono molto più vecchio, l’avrò sentito nominare però prima non avevo rapporti diretti. E’ vera, comunque la circostanza che me lo presentò l’avvocato Luigi Mazza perchè con Mazza avevo dei rapporti di lavoro. 

Cocco: Lei prima rispondendo alle domande che le hanno fatto relativamente la compravendita del terreno, lei disse che si ritirò dalla gara perchè le esigenze pubbliche della politica andavano in un’altra direzione. Ora provo a fare una traduzione, cioè lei voleva dire che era interesse dello Stato, quindi pubblico, che una grossa azienda come la Eukanuba-Wonderfood non lasciasse la Repubblica di San Marino perchè non trovava una sede? Era questo che voleva dire?

Grandoni: Si, era questo che intendevo.

Cocco: Senta, lei ha parlato nel suo interrogatorio del suo rapporto con l’avvocato Marino Nicolini in cui cerca di spiegare le operazioni immobiliari. Molte delle quali si sono svolte mediante l’utilizzo di libretti. Allora nella sua esperienza di imprenditore sammarinese attivo nel settore immobiliare può aiutare me, ed anche rispondendo al sig. giudice, nel comprendere come venivano utilizzati i libretti nelle compravendite immobiliari? E quindi qual era legalmente la prassi utilizzata in queste compravendite, così come ha fatto al commissario inquirente … che l’aveva fatto con riferimento alle operazioni tra lei e Nicolini, no?

Grandoni: L’avevo … l’avevo anche spiegato meglio, perchè mi si chiedeva allora come cosa principale del libretto del 90-91, una data impressionante, però io ho spiegato che oggi sembra che usare il libretto fosse stato una cosa da malavitosi, invece il libretto era una normale tecnica di pagamento ed assolutamente garantista perchè dava la certezza dei fondi, erano immediatamente trasferibili, erano utilizzabili senza pagare commissioni ed era un sistema di pagamento largamente usato. Noi ne abbiamo fatti a centinaia. Era un sistema sicuro, un sistema di pagamento … credo che in quegli anni i bonifici non esistessero ancora. C’era l’assegno e quando tu avevi a che fare con un imprenditore non noto prendere l’assegno era un problema. Ed allora prendevi il libretto che era un normale sistema di pagamento. Ne circolavano a decine, si utilizzavano come forme di pagamento. Questo è il motivo per cui ho spiegato allora all’inquirente perchè Nicolini avesse quel libretto che io sono riuscito a ….

Cocco: no no, ma io..

Grandoni: Dal nome di chi lo ha acceso, questo Marconi, io sono riuscito a capire, a risalire, perchè Marconi era mio socio di fatto di un’operazione che si chiamava ”Condominio Rovereta”. Era un’operazione estremamente importante per la realizzazione di tutta l’area industriale di Rovereta, dove questo gruppo di imprenditori, tra i quali c’era anche questo Marconi, hanno creato dei fondi per compensare il conferimento di terreni. E’ un pò complicato da spiegare, e la sintesi è io ero uno dei soci e anche l’amministratore conferivo, supponiamo, due ettari di terreno e ricevevo dal consorzio un ettaro di terreno, dovevo essere compensato. Marconi conferiva un terreno, mi pare, di 8.000 metri e riceveva 8.000 metri ed è chiaro che lui doveva pagare. Questo è il concetto. Così come lui tanti altri. Quindi io sono entrato in possesso di quel libretto per quel motivo. Perchè poi l’ho dato a Nicolini sinceramente non mi ricordo, sono passati tanti anni, più di trenta anni. Nicolini era mio socio, mio avvocato, mio cliente… è più che normale che glielo possa aver dato.

Cocco: Ecco. In questo scenario che lei ha spiegato, perchè lei questo non lo può sapere ma nelle relazioni dell’AIF e del NUCLEO ANTIFRODE è tanto trattato l’argomento dei libretti. Tanto che lei giustamente dice che venivano aperti a centinaia e forse migliaia per operazione. Allora le voglio chiedere questo. Quindi se ho ben compreso la metodologia con cui a San Marino si utilizzavano nelle operazioni questi libretti è impossibile verificare chi ha aperto il libretto, chi lo ha acceso e chi poi, alla fine a distanza di tempo, lo va a cambiare versando il denaro su un conto corrente. Potrebbe succedere che lei o, leggendo nelle carte, chi per lei segretarie, collaboratori  …

Grandoni: Io.. io non lo facevo mai direttamente ma andava sempre qualche segretaria …

Cocco: Ecco, apriva un libretto presso un istituto di credito. Ecco questo libretto veniva utilizzato (…), quindi io le dovevo qualcosa e la pagavo. Mi corregga se ho capito male la procedura ..

Grandoni: Certo..

Cocco: Quindi io a distanza di tempo io potevo aver fatto qualunque altro tipo di affare con, ad esempio, l’avvocato Berti e magari utilizzavo quel libretto, dato che Berti non fidandosi di me non voleva un assegno e voleva essere pagato a vista. Non c’era nessun legame tra lei che ha acceso il libretto e l’avvocato Berti. 

Grandoni: ERA MONETA, ERA MONETA…

Cocco: Questo lei lo ha spiegato al Commissario che l’ha interrogata? (Buriani ndr)

Grandoni: Mi sembra di si. Mi sembra chiaro. 

Cocco: La sua spiegazione mi sembra chiara..

Grandoni: Bisogna vedere il verbale, non me lo ricordo…

Cocco: Comprendo che lei, probabilmente, lo avrà spiegato …

Grandoni: Non c’è bisogno di spiegarlo…

Cocco: beh, certo però il dottor Gatti poi sta in galera… e gli dicono che il libretto è stato acceso da uno e incassato da lui e quindi probabilmente quello era una corruzione, quindi.. noto si ma di fatto.. Senta, un’ultima cosa. Lei ad un certo punto decide di ritornare dal commissario inquirente di sua spontanea volontà per fare delle precisazioni. Mi spiega perchè riteneva di dover fare queste precisazioni? Che riguardano fondamentalmente Moretti e Rossini su una società che si chiama IGS che con il procedimento non c’entra.

Grandoni: No, no IGS era nostra no? perchè mi chiedevano una questione urbanistica che non mi ricordavo.. e quindi sono tornato a spiegare la la prassi …ora non ricordo neanche bene…

Cocco: Guardi l’aiuto. Lei disse che ‘‘I pagamenti che io ricevetti nel 1999, intanto sono dovuti, e verosimilmente sono relativi alla liquidazione della mia partecipazione nella IGS”. Quindi poteva essere questo il senso. 

Grandoni: La IGS era una nostra società e quindi sono stato pagato per la liquidazione ..forse quando sono stato sentito la prima volta non ho chiarito che era … io non mi ricordavo che c’era la società, questa IGS che l’avevamo creata ed era proprietaria del…

Cocco: Prima abbiamo parlato ed ha utilizzato un termine dicendo che ”eravamo soci di fatto nell’operazione immobiliare”. Ci spiega, in quell’epoca, come funzionavano le società di fatto nelle operazioni immobiliari? Il che vuol dire che, magari, figurava solo uno ma che di fatto era portatore di interessi di tanti, no? 

Grandoni: No, non è quello. La società di fatto era quando – noi la usavamo spesso – anziché costituire una società di diritto sammarinese che ha degli oneri, è complicata e nelle operazioni immobiliari normali, che sono operazioni transitorie, spesso non lo facevamo perchè era un’inutile complicazione. In questo caso, invece, dato che c’era di mezzo Nicolini e Zafferani si era costituita la società di diritto sammarinese perchè aveva… nella normalità dei casi, invece, ad esempio un gruppo di amici, soci, ci si mette assieme e si compra un terreno. Ognuno mette la sua parte e si fa una scritturina tra di noi, si realizzano le operazioni, si vende e si dividono gli utili. Questa era … la società poi moriva...

Cocco: E per fare le operazioni si costituisce un libretto insieme? 

Grandoni: A volte…

Cocco: O si mettono assieme più libretti…che uno ha…

Grandoni: Il tema libretti è un altro il discorso. IL LIBRETTO ERA UN NORMALE SISTEMA DI PAGAMENTO. Se uno ha il libretto, anziché i contanti o gli assegni, era gradito come forma di pagamento. Era un certificato certo come la moneta, tra l’altro era vantaggioso perchè correvano gli interessi, ci facevi le operazioni sopra… invece il tema della società di fatto, io ho usato questo termine per il Condominio Rovereta. Per il Condominio Rovereta non abbiamo costituito una società perché era un’operazione limitata nel tempo ed era piuttosto complicata perchè prima c’è stato il conferimento dei terreni, con i conguagli, poi c’è stata la realizzazione della convenzione con lo Stato eppoi c’è stata la realizzazione delle opere. Tenga conto che in questa operazione era coinvolto anche lo Stato perchè, a sua volta, conferiva dei terreni e riceveva delle aree già urbanizzate, che poi sono state assegnate dallo Stato a imprenditori che avevano i diritti secondo i criteri dello Stato.

Cocco: Quindi l’interesse dello Stato era sostenere il costo dell’urbanizzazione?

Grandoni: Si ma era un’operazione che si poteva fare con il coinvolgimento di tutti. Lo Stato, in quel caso li, non ha speso una lira ed ha avuto una quantità di aree da destinare ad imprenditori (…)

Cocco: E’ in questo contesto che lei ha affermato, durante il suo secondo interrogatorio, che era frequente che il Congresso di Stato ed i singoli deputati richiedessero di elaborare progetti per i quali non vi era un compenso a favore del professionista ed il vantaggio sarebbe stato nell’approvazione del progetto. 

Grandoni: Si, era un’attività promozionale.