San Marino. Processo Gatti-Galassi. Le dichiarazioni di Gabriele Gatti Parte1: ”E’ stato un processo politico”

Ecco quanto detto da Gabriele Gatti nella sua spontanea dichiarazione nell’udienza di oggi del Processo Gatti-Galassi:

‘Prima di tutto la prego di perdonarmi se il mio intervento avrà delle caratteristiche più politiche che giuridiche. So che questa è un’aula di tribunale e si dovrebbe parlare di questioni di diritto e non di questioni politiche. Questo è un processo esclusivamente politico, guardando tutti gli aspetti come si sono succeduti, l’unica parte giuridica è stata questa dove abbiamo ascoltato una serie di testimoni e qui devo dare atto che si sono fatte domande – ritornerò sul discorso dei testimoni – di carattere giuridico e non di carattere politico ma se noi guardiamo tutto il resto del processo, da come è iniziato e da come è stato portato avanti negli anni perchè non parliamo di qualche mese, dimostrerò che questo è esclusivamente politico dove è difficile trovare delle ragioni giuridiche se queste non ci sono.

Prima tutto come è nato questo processo. Di solito un processo nasce perchè si ha una denuncia, c’è il dubbio che sia stata violata una norma, una legge, che ci sia una ipotesi di reato. Ci deve essere qualcosa che fa scattare un meccanismo per cui un giudice apre il fascicolo penale ed avvia un processo. Non è il caso di questo processo, non è il caso di questo processo. Questo processo è nato a tavolino da un incontro fra una parte della politica sammarinese ed il giudice Alberto Buriani vicino a quella parte politica, sia per amicizia, sia per una vicinanza anche di vissuto insieme a questa parte politica.

L’obiettivo n.1 era: dobbiamo far fuori Gatti dalla politica. Perchè? Perchè Gatti che è entrato in Consiglio nel lontanissimo 1978, quindi parliamo della preistoria, è comunque come disse qualcuno, da un punto di vista politico, nel bene e nel male, un animale politico, ha sempre fatto politica e non era molto ben visto dai cosiddetti poteri forti, che poi successivamente parlerò, perchè non era l’esecutore automatico materiale delle direttive che questi poteri forti trasmettevano.

Io avevo dei nemici, però avevo ed ho avuto un ruolo politico di primo piano che aveva il consenso di una parte cospicua della popolazione sammarinese. Nel momento in cui, io volontariamente, nel 2002 sono uscito dalla Segreteria degli Esteri ho continuato ad avere un ruolo politico e da li sono iniziati tutti i tentativi per cercare di farmi fuori, con le armi che si potevano tirare fuori, che non erano quelle politiche. Perchè non ci sarebbero mai riusciti. Dovevano trovare un modo collegato in qualche modo al tribunale e alla giustizia. E’ li che si è creato questo meccanismo.

Obiettivo politico. Ero quello quindi di  farmi fuori e di fare in modo che io fossi inviso dalla popolazione: volevano far intendere che fossi una persona che ha fatto i suoi interessi, che ha rubato, che ha fatto delle cose indescrivibili. Colpendo Gatti loro erano convinti, si stavano avvicinando le elezioni in quel periodo, di colpire direttamente la Dc perchè Gatti per un lungo periodo in qualche modo sia identificato con quel partito. Non è che mi voglia dare più peso di quello che ho però se voi chiedete a mille sammarinesi di che partito è Gatti, rispondono tutti che è democristiano non è che dicono che sia comunista o socialista. A qualche testimone gli è stata fatta qualche domanda simpatica anche da questo simpaticone della procura di stato, (Cesarini ndr) di cui dopo parlerò. A volte si prendono troppe direttive sulle cose e c’era qui un socialista che ha detto che Gatti avrà tutti i difetti ma non quello di essere socialista, socialista non è mai stato. Quindi identificarmi con la Democrazia Cristiana era abbastanza automatico. Quindi colpire Gatti era colpire la Democrazia Cristiana.

Mi permetta sig. Commissario della Legge, le chiedo di portare un po’ di pazienza però io sono ben 8 anni e mezzo che aspetto e credo anche che una mezzora ne valga la pena, almeno per me. 

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