Continuiamo con la trascrizione della dichiarazione di Gabriele Gatti nell’udienza di oggi nel processo Gatti-Galassi.
Un aspetto sul quale, che avrebbe tagliato la testa al toro, era la cosiddetta polizza assicurativa. Io allora avevo un milione e trecento mila euro e li avevo investiti in una polizza assicurativa. E’ molto, è poco, io ho detto a Buriani come si è materializzata questa polizza. E gli ho detto guardi chiamo la persona che dimostra questa cosa qui, e allora era ancora viva (avv. Marino Nicolini ndr).
Se andate a vedere la storia di San Marino, nel 1980 c’era un governo social comunista che non aveva il consenso della gente anche se aveva i numeri in Consiglio. Il cd. governo dei 31. Io nel 1978 ero entrato in Consiglio come giovane rampante, come disse qualcuno a Roma, ed avevo 25 anni neanche. Sono diventato vice-segratario DC poi segretario DC negli anni in cui c’era una rivolta contro San Marino. Gli imprenditori, in particolare, che erano contro il governo. Si ricordi la riforma tributaria con l’assedio dei consiglieri in Consiglio che sono dovuti stare 27 ore in consiglio. Ed io che ero il giovane rampante della Dc ero spendibile per parlare nelle comunità estere. In Usa, in Argentina, perchè allora il voto estero era importante. Degli imprenditori hanno voluto contribuire alla mia campagna, al mio voto ed io dissi all’avv. Marino Nicolini di raccogliere i contributi di questi imprenditori, non è che parliamo di cifre importanti ma di cifre che se non utilizzi riesci ad arrivare ad un grappolo importante. Quando è venuto fuori che bisognava abolire il segreto bancario e bisognava rendere i depositi ufficiali comunque pubblici io non ho esitato a chiamare Marino Nicolini e ad aprire un conto a me intestato con i soldi che lui ha portato in istituto prima attraverso un conto. Poi abbiamo aperto un conto in un’altra banca e abbiamo spostato questi soldi. Ma si trattavano sempre degli stessi soldi, dico questo perchè Buriani non lo ha capito ed ha fatto tutte le somme ed ha conteggiato dei conti che non riguardano nemmeno me. Lo ha fatto perchè aveva fretta di eseguire gli ordini e non poteva guardare tanto per il sottile.
Se lui avesse chiamato ed ascoltato ed avesse chiamato Nicolini, quest’ultimo gli avrebbe detto come era nato questo conto. No, lui non ha nemmeno mai risposto e non ha voluto mai saperne di queste cose. Perchè chiaramente cadeva tutta la storia e tutta l’impalcatura.
FINE PARTE6