
Il Commissario della Legge Simon Luca Morsiani, esperite tutte le formalità di rito, chiede sia all’avvocatura che al Procuratore del Fisco se ci sono domande. Entrambi rispondono di no.
Prende la parola l’avv. Filippo Cocco, difensore di Gabriele Gatti: ”Buon giorno, vorrei chiederle una nozione di carattere generale per quelli che erano i tempi, gli anni ’80-2000 sull’utilizzo nelle compravendite immobiliari, quote societarie, del libretto al portatore come strumento di pagamento. Era uno strumento utilizzato, diffuso se si perchè… vede abbiamo avuto imprenditori in quest’aula che hanno detto che fosse lo strumento più gradito perchè dava contezza dei soldi, poi abbiamo avuto delle persone che hanno detto che era una modalità di risparmio e non poteva circolare nelle transazioni. Quindi se su questo punto ci da la sua esperienza…”
Moretti: ‘‘Io l’ho visto utilizzare più volte nelle transazioni, sia di quote societarie che di immobili ed era considerato l’equivalente del contante. Addirittura quasi meglio il libretto al portatore che l’assegno circolare”
Avv. Filippo Cocco, difensore Gabriele Gatti: ”Senta da quello che mi risulta lei non ha mai fatto politica attiva però è stato simpatizzante di qualche partito..”
Moretti: ”A dire il vero sono stato membro della Giunta di Castello di Domagnano per un paio di anni negli anni ’70.”
Avv. Filippo Cocco, difensore Gabriele Gatti: ”Quale schieramento politico?”
Moretti: ”Democrazia Cristiana”
Avv. Filippo Cocco, difensore Gabriele Gatti: ”Senta le faccio una domanda molto diretta. Lei ha mai detenuto per conto di Gabriele Gatti soldi, titolo, società, azioni, immobili?”
Moretti: ”Assolutamente no!”
Avv. Filippo Cocco, difensore Gabriele Gatti: ”Conosce qualcuno che l’abbia fatto?”
Moretti: ”Neanche”
Avv. Filippo Cocco, difensore Gabriele Gatti: ”Gabriele Gatti nel suo lungo periodo di militanza politica le ha mai chiesto denaro in cambio di scelte politiche che diversamente non sarebbero state fatte?”
Moretti: ”Assolutamente no!”
Avv. Filippo Cocco, difensore Gabriele Gatti: ”Neanche con qualche intermediario?”
Moretti: ”Neanche!”
Avv. Filippo Cocco, difensore Gabriele Gatti: ”Io non ho altre domande”
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Avv. Gian Nicola Berti, difesa Gatti: ”Dagli atti, dai testimoni, e dalla documentazione varia si vede che lei era socio di diverse società (…) immobiliari (…) ma c’è un particolare che ci interessa, ovvero la società con cui operava in ambito professionale ovvero Antao Studio. Vorrei chiedere se nell’ambito di questa attività avete svolto dei servizi professionali di vario genere e quali nei confronti della società Wonderfood.”
Moretti: ”La Wonderfood è un cliente storico dello studio e praticamente tutti gli edifici di carattere produttivo che loro hanno avuto sono stati progettati da noi”
Avv. Gian Nicola Berti, difesa Gatti: ”Quindi anche prima dell’acquisto dell’immobile della Polichem e anche successivamente”.
Moretti: ”Io, se ricordo bene, la prima sede era a Valdragone. Poi si sono ingranditi e …”
Avv. Gian Nicola Berti, difesa Gatti: ”Dalle evidenze in questo procedimento vengono fuori una serie di libretti che risalgono a diverse persone tra cui anche lei. Vorrei che ci spiegasse, grosso modo, quale potrebbe essere stato negli anni il volume di affari e le prestazioni professionali che lei ha svolto, di vari genere e di vario livello, nei confronti della Wonderfood e se è possibile che sia stato pagato anche attraverso dei libretti al portatore, in qualche circostanza.”
Moretti: ”Le forme di pagamento non me le ricordo, però abbiamo fatto più di un milione e mezzo – due milioni di lavoro. Comunque più di un milione, anche perchè prima erano lire e parliamo di lavori fatti prima dell’euro, quindi parliamo di qualche miliardo.
Avv. Gian Nicola Berti, difesa Gatti: ”Ho capito. Poi lei se non sbaglio ebbe anche un ruolo relativamente al passaggio e all’acquisto, attraverso l’intermediario Carlo Giorgi, finalizzato a far acquistare alla Wonderfood questa area. Può spiegare al giudice che cosa avvenne e quali erano le esigenze della sua cliente? Se se lo ricorda…”
Moretti: ”Adesso nei minimi particolari non me lo ricordo. Però fui contattato per far sapere e dare un’indicazione circa il valore di questo fabbricato eppoi mi era stato chiesto se ero disponibile ad intervenire anche nell’acquisto. Avevo parlato con la signora Ivonne, che all’epoca era a capo dell’organizzazione Wonderfood. La stessa mi aveva detto che all’inizio non voleva figurare come acquirente e chiesto se volessi figurare io come compratore. Io gli dissi di si e così è stato. Ho fatto addirittura anche una fideiussione bancaria inviata a questa società proprietaria dell’immobile di Rovereta, che aveva sede a Parigi, a mio titolo personale anche perché dissi alla Ivonne che se non voleva comprarlo lei io ero interessato a quella cifra lì. E questa è stata più o meno la storia. Io i particolari non me li ricordo perchè poi, ad un certo punto, io sono uscito di scena ed ha trattato direttamente questo amministratore, che è venuto giù per la vendita, con lei.
Avv. Gian Nicola Berti, difesa Gatti: ”Ci può spiegare quali erano le caratteristiche e le peculiarità di quest’area?”
Moretti: ‘‘Le aree produttive di Rovereta erano sicuramente le aree più importanti di San Marino per diversi fattori tipo la viabilità e il facilitato accesso all’autostrada. Era anche uno dei pochi terreni pianeggianti di San Marino e quindi diventava leggermente più economico costruire a Rovereta piuttosto che a ‘Ca Chiavello, a Galazzano o a quant’altro. Le fondazioni sarebbero costate 40-50% in meno ed in più non c’erano opere di contenimento da costruire, tipo paratie o quanto altro. Quindi sicuramente era una delle aree più pregiate ed in quell’epoca li il settore che tirava di più era l’industriale. Se mi ricordo bene io lo avevo stimato circa 20 miliardi vecchie lire eppoi la cifra esatta della chiusura non me la ricordo. Io comunque avevo mandato una fideiussione bancaria per 13/14 miliardi di lire ed era il prezzo che mi era stato imposto.”
Avv. Gian Nicola Berti, difesa Gatti: ”Era molto appetibile questa area? Anche perché era particolarmente estesa per un territorio minuto come quello di San Marino”
Moretti: ”Chiaro! Se mi ricordo bene erano sui 10.000 mq.”
Avv. Gian Nicola Berti, difesa Gatti: ”Ci può spiegare come avvenne la ricerca preventiva di un’area da parte della sig.ra Ivonne, ovvero come la sig.ra era alla ricerca di un’area del genere e che non riusciva a trovarla? Lo spieghi al giudice, ricordi questo… ”
Moretti: ”Allora c’era un’area grande a Rovereta che era di proprietà delle famiglie Mularoni e Tonelli che non era in vendita. C’erano altre aree ma avevano già un proprietario. L’unica ricerca possibile a Rovereta era su qualcosa di preesistente. Loro erano da parecchio che cercavano e quindi era, per loro, un’occasione da non perdere. ”
Avv. Gian Nicola Berti, difesa Gatti: ”Prima ancora di trovare quest’area dica se è vero che cercavano di ottenere aiuto in tanti altri contesti. E’ vero che la cercavano in tanti contesti e che non riuscivano a trovare quest’area.”
Moretti: ”Io so che la cercavano e so che cercavano aiuto però se hanno fatto azioni particolari in questo senso non saprei, probabilmente attraverso l’associazioni industriali hanno cercato di farsi avanti per vedere se c’era qualcosa sul mercato” (…)
Avv. Gian Nicola Berti, difesa Gatti: ”Passo ad un altro aspetto. Lei è un architetto che ha seguito tantissime pratiche di concessioni edilizie per avere le abitabilità delle aree. Vorrei chiederle, alla luce della sua esperienza, sulla pratica edilizia della Wonderfood ci furono delle anomalie di qualunque genere?”
Moretti: ”Era in un’area, se ricordo bene, al centro di una convenzione dove furono costruiti diversi fabbricati. Non mi ricordo se la convenzione si chiamasse condominio Rovereta che ha reso edificabile quell’area lì. Ma l’edificio contiguo era già sull’area e non c’era bisogno di varianti di PP o quando altro.